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da: ufficio stampa A.N.B.I.

“I Consorzi di bonifica sono esempio di quella concretezza del sapere, che dovrebbe essere base per una nuova pianificazione del territorio”: è uno dei concetti (espresso nel caso da Alberto Ferlenga, Rettore dell’Università IUAV di Venezia) attorno al quale si sta coagulando consenso alla Conferenza Nazionale “Acqua, motore della green economy”, organizzata a Firenze dall’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Un altro, nuovo concetto condiviso è quello di “approccio integrato” (lanciato, ad esempio, da Roberto Moncalvo, Presidente di Coldiretti), vale a dire un piano nazionale di progetti, che uniscano funzioni di difesa idrogeologica e di salvaguardia dell’ambiente. Tale concetto è stato ripreso anche da Gaia Checcucci, Direttore Generale alla Salvaguardia del Territorio e delle Acque presso il Ministero dell’Ambiente, che ha annunciato l’imminente presentazione dei masterplan per la pianificazione del sistema nazionale delle acque secondo il modello richiesto dall’Unione Europea.
Terzo concetto, su cui l’ANBI è impegnata a “creare rete” è quello della legalità, un’esigenza crescente anche nel mondo legato alla gestione della risorsa idrica. In questo quadro, Salvatore Giacchetti, Presidente Aggiunto Onorario del Consiglio di Stato, propone l’introduzione del reato di attentato all’ambiente.
La concretezza dell’agire dei Consorzi di bonifica è stata riconosciuta nell’intervento di Luca Sani, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, che ha sottolineato come i 300 milioni destinati al Piano Irriguo Nazionale siano una scelta a favore del “made in Italy” agroalimentare da frequentare tramite la affidabilità e la buona reputazione dei Consorzi di bonifica, sottolineando come la gestione collettiva ed integrata dell’acqua fatta dai Consorzi di bonifica sia una risorsa per il Paese e che per questo si sta pensando di ampliarne l’area di operatività.
Nella mattinata sono intervenuti anche Michele Pisante, Commissario Delegato CREA; Massimiliano Atelli, Pubblico Ministero presso la Procura della Regione Toscana- Corte dei Conti; Massimo Bastiani, Coordinatore Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume; Andrea Goltara, Direttore del Centro Italiano di Riqualificazione Fluviale (C.I.R.F.).
“Il trait d’union degli interventi finora presentati – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – conferma la nostra tesi: da Firenze può, anzi deve nascere un’alleanza fra quanti sostengono una crescita e del Paese, legata alla valorizzazione di quella economia del territorio, di cui l’acqua è elemento fondamentale.”
“La Conferenza Nazionale Acqua, motore della green economy, organizzata in occasione dei 50 anni dall’alluvione fiorentina, un passo importante – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – che testimonia la maturità della proposta dei Consorzi di bonifica, la cui esperienza è ormai capace di coagulare interessi trasversali: dalle Istituzioni alla società civile.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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