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da: ufficio stampa Homina PDC

Le riaperture previste: Beinasco (TO), Misterbianco (CT), Arzano (NA) e Sambuceto (CH). Le previsioni: mezzo miliardo di fatturato, 300 mila mq di aree di vendita. Sarà pubblicato un bando pubblico per la dismissione del Gruppo: ci sono investitori interessati, in grado di garantire lo sviluppo di Mercatone Uno

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato l’esecuzione del Programma presentato lo scorso 5 ottobre, dai Commissari Straordinari del Gruppo Mercatone Uno, avv. Stefano Coen, dott. Ermanno Sgaravato e prof. Vincenzo Tassinari.
Il Programma prevede la prosecuzione dell’esercizio dell’impresa, in vista della dismissione in continuità del Gruppo Mercatone Uno.
La cessione in continuità del Gruppo Mercatone Uno ad un operatore dotato di professionalità e risorse adeguate per il rilancio, dovrà avvenire entro un anno, mediante procedura competitiva, le cui modalità e termini saranno contenuti in un bando pubblico di prossima pubblicazione.
La cessione del Gruppo in continuità, è stata ritenuta dai Commissari Straordinari, l’opzione strategica più opportuna, e gli otto mesi di gestione commissariale, hanno consentito non solo la salvaguardia del potenziale di Mercatone Uno, ma anche un indubbio accrescimento del valore aziendale.
Nonostante le ridotte risorse finanziarie esistenti al momento dell’apertura della Procedura le azioni condotte dai Commissari hanno consentito di operare senza dover ricorrere a finanziamenti assistiti dalla garanzia del Ministero dell’Economia che avrebbero ulteriormente aggravato l’indebitamento.
Le manifestazioni di interesse pervenute, a seguito del bando dello scorso giugno, hanno confermato l’esistenza di un forte interesse, da parte di investitori italiani e stranieri, al Gruppo.
Il percorso, indicato nel Programma, prevede, oltre a quelle già effettuate, la riapertura di ulteriori quattro punti vendita entro la metà del 2016 ed in particolare: Beinasco (TO), Sambuceto (CH), Misterbianco (CT) e Arzano (NA) per un totale, quindi, di 60 punti di vendita.
Qualora l’andamento delle vendite dovesse proseguire nel percorso di crescita avviatosi negli ultimi mesi, i Commissari Straordinari non escludono, ove ne ricorressero le condizioni, la possibilità di poter aprire ulteriori punti vendita.
Il Gruppo Mercatone Uno tornerà, quindi, a presidiare, con oltre 300.000 metri quadri di superficie di vendita, le principali aree metropolitane italiane (fra cui Roma, Milano, Firenze, Torino, Bologna, Bari, Napoli, Catania) e le zone di maggiore interesse commerciale in Italia, con un fatturato di circa mezzo miliardo di euro. Numeri che collocano stabilmente Mercatone Uno tra i leader della distribuzione del mobile in Italia.
L’attività dei Commissari Straordinari, della nuova direzione aziendale e di tutto il team di collaboratori ha consentito l’avvio del rilancio di Mercatone Uno ed ha creato le condizioni, attraverso la sua prossima dismissione, per il salvataggio del Gruppo, una adeguata salvaguardia dei posti di lavoro e la soddisfazione dei creditori.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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