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da: ufficio stampa SBArcheo

dal 3 Aprile al 29 Maggio 2016

Sala di Città del Municipio di S. Lazzaro di Savena (piano terra)
via Emilia 192
S. Lazzaro di Savena (BO)

orari: da martedì a venerdì dalle 17 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 13
per info: Museo della Preistoria “Luigi Donini”, tel. 051 465132
museodonini@comune.sanlazzaro.bo.it www.museodellapreistoria.it

Un dupondio di Marco Aurelio, una lucerna con marchio VIBIANI, brocche, brocchette, bicchieri e una bottiglia con l’iscrizione DOMV CONFUSI CAM, ceramiche da mensa o dispensa, reperti vitrei, lapidei, in osso lavorato, legno, tessuto e metallo e un pendaglio in lamina bronzea traforata impreziosito da una gemma o pasta vitrea, oggi perduta.
Sono solo alcuni dei materiali recuperati nel pozzo romano rinvenuto nel 2006 in Via Caselle, uno dei luoghi centrali della città di San Lazzaro, durante i lavori per la costruzione di un nuovo complesso edilizio
Le indagini effettuate dalla Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna e dal Gruppo Ravennate Archeologico -specializzato in scavi subacquei- nella parte basale del pozzo hanno recuperato a più di 13 m. di profondità numerose testimonianze in ottimo stato di conservazione in grado di offrire importanti informazioni sul popolamento dell’area orientale bolognese fra il I sec. a.C. e gli inizi del III sec. d.C. e di rafforzare l’identità storica del territorio sanlazzarese.
Nasce da qui l’idea di dare vita alla mostra “Aqva Fons Vitae” che nel prendere spunto da questa importante testimonianza allarga i contenuti per affrontare nei suoi tre settori espositivi la più ampia tematica legata al rapporto acqua-territorio attraverso il tempo.
La prima sezione espositiva, curata dal Consorzio della Bonifica Renana, ripercorre i principali fenomeni geo-ambientali connessi alle acque, la loro regimentazione dal Medioevo in avanti, le evoluzioni territoriali e paesaggistiche del sistema idrografico, l’organizzazione e gli odierni problemi di controllo e uso sostenibile delle risorse idriche.
Il racconto prosegue con la lettura dei diversi aspetti che legano l’acqua al territorio sanlazzarese. Un viaggio trasversale nel tempo e nella memoria alla scoperta di significati, memorie, manufatti e antichi mestieri legati ai principali corsi d’acqua, alle risorgive, alla geologia e geografia dei luoghi.
Nel terzo settore, fulcro della mostra, il percorso espositivo dall’evocativa forma circolare ricostruisce la “vita nel pozzo”: dalla scoperta allo scavo, dagli oggetti in esso rinvenuti al faticoso lavoro di recupero.
Sono esposte per la prima volta al pubblico le suggestive testimonianze dell’antica quotidianità, dal secchio in bronzo alle brocche in terracotta per attingere l’acqua, dai bicchieri alla”casseruola” in metallo.
Il percorso è arricchito da supporti audio-video e multimediali e da una guida a stampa e un catalogo scientifico dedicati ai contesti archeologici in esposizione.

Alla cerimonia inaugurale, prevista per il 2 Aprile (ore 16.30) presso il Municipio di San Lazzaro di Savena, saranno presenti il Sindaco Isabella Conti, il Soprintendente Archeologo dell’Emilia-Romagna Luigi Malnati, Fiamma Lenzi dell’Istituto regionale Beni Culturali, e il Presidente del Consorzio della Bonifica Renana Giovanni Tamburini.
Per l’occasione sarà proiettato il filmato sul recupero delle testimonianze del pozzo romano di via Caselle commentato da Giovanni Fucci, Presidente del Gruppo Ravennate Archeologico.

La mostra Aqva Fons Vitae. Identità storia memoria di una comunità è organizzata dal Museo della Preistoria Luigi Donini in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Regione Emilia-Romagna, l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e il Consorzio della Bonifica Renana di Bologna.

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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