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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

“Una vicenda spiacevole perché in questi anni abbiamo cercato di raccogliere le istanze del mondo animalista ed ambientalista e perché è dal 1996 che la Provincia provvede al Piano di controllo faunistico e da allora non è mai arrivato un ricorso”.
È lo sfogo dell’ex assessore provinciale all’Agricoltura, Stefano Calderoni, a commento dell’archiviazione da parte del gip dell’inchiesta innescata nell’aprile 2013 da Lav Ferrara, per presunti maltrattamenti ad animali nell’ambito del Piano provinciale di controllo faunistico.
Da qui le indagini del Corpo forestale, la successiva consegna degli atti al pubblico ministero e la finale archiviazione da parte del giudice per le indagini preliminari.
Fra le motivazioni dell’archiviazione del procedimento, per il quale erano state indagate 13 persone più lo stesso assessore Calderoni per abuso d’ufficio, il fatto che non è stata riscontrata alcuna volontà di danneggiare intenzionalmente il patrimonio dello Stato, oltre al fatto che nessuna irregolarità è stata rilevata nelle delibere prodotte dalla Provincia che, invece, hanno sempre perseguito un interesse pubblico.
Il Piano triennale in questione è stato approvato dall’amministrazione del Castello Estense nel 2012 con valenza fino al 2014, per il contenimento dell’eccessiva proliferazione principalmente di nutrie e volpi, a causa della mancanza di efficaci antagonisti naturali, con la finalità di evitare danni alle produzioni agricole.
Operazione resa possibile grazie alla collaborazione dei cacciatori, che assicurano il servizio a titolo esclusivamente volontario.
Danni che Pier Carlo Scaramagli, presidente di Confagricoltura, dati alla mano quantifica in cinque milioni di euro per l’agricoltura ferrarese nell’ultimo decennio, dei quali 1,5 milioni solo dalle nutrie.
Gian Luigi Zucchi, presidente del centro servizi per agricoltori e cacciatori, precisa che l’organismo che siede al tavolo per la definizione del Piano provinciale ha il compito specifico di occuparsi dei danni provocati dagli animali all’agricoltura, della sicurezza idraulica (vedi erosione di argini e sponde dei corsi d’acqua) e persino di quella stradale.
Nonostante l’archiviazione della magistratura, è stato ricordato, l’attività di controllo ha comunque subìto uno stop di almeno un anno, con conseguenze difficilmente quantificabili per il settore primario provinciale.
“In più – ha voluto togliersi un sasso dalla scarpa l’ex assessore nei confronti degli antivivisezionisti che hanno lanciato le pesanti accuse – anche se tutti gli indagati sono risultati alla fine innocenti, ora si trovano in ogni caso a dover pagare le spese legali”.
Un duro colpo, quindi, per le circa 500 doppiette complessivamente coinvolte volontariamente nell’attività di contenimento di volpi e nutrie – è stato sottolineato dalle varie associazioni agricole e venatorie – la cui attività è stata comunque messa in forte discussione dall’iniziativa della Lav.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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