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Da: Organizzatori

Sabato 14 settembre dalle 10 fino al tardo pomeriggio sarà una giornata di festa a Krasnopark!
Krasnopark è un’area di verde pubblico nata grazie alla tenacia e all’entusiasmo di un gruppo di abitanti del quartiere, che si è dapprima speso per non lasciarla abbandonata (era la sede dell’Ex Scuola Aquilone di viale Krasnodar 231 risultata inagibile dopo le scosse di terremoto del 2012), ha poi vigilato sulla sua bonifica e ottenuto il riconoscimento come spazio pubblico. Ha infine avviato un percorso di ripensamento collettivo che fa oggi del parco di Krasnodar uno degli esempi cittadini di esperienza comunitaria auto-gestita riconosciuta dal Comune e formalizzata nell’ottobre del 2018 con la sottoscrizione di un patto di collaborazione. Questa modalità ibrida di regolamentazione pubblico-privato dell’area, permette forme inedite di uso dello spazio pubblico, permettendo ad esempio l’installazione di un barbecue collettivo, il gioco libero con elementi naturali per i più piccoli e le scuole del quartiere, e tante altre attività inconsuete per un parco cittadino. L’esperienza di Krasnopark è tra i risultati più significativi ottenuti dall’Urban Center del Comune di Ferrara, e in particolar modo dai cittadini della Rete ad esso connessa, che hanno sostenuto e collaborato allo sviluppo del parco nonostante vivessero in altre aree della città. Oggi il nucleo operativo della Rete invita le istituzioni e i cittadini a partecipare alla festa, anche soltanto per qualche ora, rivolgendosi in particolar modo a tutte quelle persone che hanno già aderito alla Rete o che ad essa vogliono avvicinarsi, per rivendicare il riconoscimento del nostro diritto alla socievolezza e all’uso libero, spontaneo e conviviale dello spazio pubblico, diritto che ci unisce tutti al di là di ogni differenza di pensiero. Diverse sono state le dichiarazioni raccolte in questi mesi dalla stampa locale sull’ex Urban Center del Comune di Ferrara. Il nucleo operativo della Rete ha sempre risposto con il silenzio perché le persone che si sono unite in esso spontaneamente credono nella democrazia partecipata come modalità di esercizio della cittadinanza attiva, attraverso la creazione di una rete civica a disposizione di tutti i cittadini, distante dalle logiche della democrazia rappresentativa partitica. Il modello sperimentato in nove anni di attività ha raccolto un numero stimato di oltre 1000 persone e 100 gruppi in tutto il territorio comunale, e ha raggiunto risultati riconosciuti anche a livello nazionale ed europeo.
Ora più che mai, per affrontare il momento di grande crisi di valori, e le conseguenti difficoltà economiche e ambientali, è necessario che le persone riprendano in mano le loro vite e attraverso occasioni di incontro e di confronto, si propongano come interlocutori insostituibili in un dialogo aperto con le forze politiche di governo, affinchè si possa insieme collaborare per la realizzazione del comune interesse.
La rete civica nata dall’ ex Urban Center vuole impegnarsi in questa direzione ed è disponibile a farsi promotrice di un nuovo modo di concepire la gestione dei beni comuni, che non sono altro che i luoghi in cui ci troviamo e con essi la nostra città.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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