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da: Silvia Bottoni

Si svolgerà sabato 16, 23 e 30 aprile il “Primo Festival Canoro” by SPIRITO organizzato da Paolo De Grandis in collaborazione con l’etichetta discografica Jaywork Label di Paolo Martorana e Luca Facchini presso il noto locale Spirito in Via Rondona a Vigarano Mainarda.

Il festival nasce dall’esigenza di rendere sempre più protagonista la persona, il singolo elemento che, forte dei vari reality televisivi, si sente all’altezza di poter gareggiare e di poter vincere, magari di fronte ad un pubblico giudicante. L’ebbrezza del partecipare non conosce sesso, età e classe sociale.
Studiato per essere spalmato in tre serate, prevede due semifinali ed una finale: le semifinali serviranno per scremare i cantanti che poi si affronteranno nella serata conclusiva.

REGOLE
I concorrenti saranno 18, suddivisi in 9 per semifinale. Passeranno alla finale in 10, 5 per tranche.
La giuria sarà composta da 3 elementi per semifinale, mai uguali. In finale 5 o 7.
Sarà sempre presente un giornalista di una testata locale, un rappresentante degli sponsor ed un addetto ai lavori (dj radio, discoteca, pr, cantante professionista)

PREMI
I concorrenti che parteciperanno, riceveranno tutti un buono da spendere presso un noto franchising di agenzie viaggio a livello nazionale (Gruppo Info Vacanze), i primi 3 riceveranno una targa ricordo (3°-2°-1°), una targa-riconoscimento a chi avrà più seguito (FANS CLUB) e della stampa. Un ulteriore buono vacanza dallo sponsor ed un premio offerto dal LOCALE dove si svolge il tutto!
Ma solo il 1° classificato avrà possibilità di incidere un proprio cd presso la JayWork Label, casa discografica a livello nazionale ed internazionale, con sede a Ferrara.

DIRETTA RADIO
La finale darà seguita in diretta radiofonica per tutta la serata dai conduttori di LITEFM, in collegamento con altre 5 radio nazionali, dalla Sicilia, al Lazio, al Piemonte, alla Lombardia
Con 12000 contatti provati ad ogni finale già svolta (SOLO FINALE)

Paolo de Grandis nasce come voce radiofonica nel 1981. Da allora lavora nelle radio del bassopolesine, regionali e nazionali.
Presta la sua voce a sot pubblicitari e doppiaggi. Ha collaborato con tantissime discoteche in tutta Italia. Creatore e organizzatore di eventi di moda, musicali e teatrali che spesso presenta. Autore di testi e scrittore di favole, ha pubblicato un romanzo “Tanto è lo stesso”. Conduce attualmente il programma Paolo de Grandis Show.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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