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Da organizzatori

Nella Ferrara del Rinascimento in maschera, non può mancare la musica. Sarà l’intervento musicale a cura dell’Ensemble di trombe rinascimentali e barocche del Conservatorio di Ferrara a inaugurare il Carnevale degli Este,giovedì 8 febbraio alle ore 17 a Palazzo Bonacossi(via Cisterna del Follo 5, Ferrara) con ‘Squilla il Carnevale!’. L’Ensemble, che da alcuni anni inaugura il Carnevale ferrarese, è nato da un laboratorio realizzato all’interno del Conservatorio (su volontà di Martina Dainelli, docente di Tromba e Trombone, con la collaborazione di Michele Santi, docente della Master class di Tromba rinascimentale e barocca). Ha già partecipato a numerosi concerti, tra cui quelli a Palazzo Bonacossi, Ferrara Organistica, La furia di Orlando e i Concerti dedicati alla Mostra di Bononi. Attraverso l’uso di strumenti originali gli allievi del Conservatorio, ma anche esterni, si possono confrontare con la musica antica, che sta vivendo negli ultimi tempi una felice e promettente riscoperta. Per il Carnevale degli Este l’ensemble sarà accompagnato da un fagotto barocco e percussioni antiche.
Il secondo appuntamento che vede coinvolto il Conservatorio sarà invece il 10 febbraio, alle ore 17.30 a Casa Romei (via Savonarola 30, Ferrara) con‘Frottole di Carnevale’, concerto a cura dell’Ensemble vocale di musica antica del Conservatorio Frescobaldi. In questa occasione saranno le sapienti voci della classe di canto rinascimentale e barocco del Conservatorio Frescobaldi ad animare il concerto che seguirà la visita guidata, prevista alle ore 16 con ‘I misteri e le storie di Casa Romei’ a cura della direzione del museo (per cui è gradita la partecipazione in costume carnevalesco). Il Palazzo quattrocentesco rivivrà i momenti antichi del divertimento colto come accadeva al tempo degli Este, proponendo un programma che, basandosi unicamente sulle voci, seguirà il filo della goliardia, dello scherzo e del gioco. Tra colto e popolare, il repertorio rinascimentale ci offre molti esempi di come si poteva divertire il pubblico attraverso melodie riconoscibili e testi ammiccanti e nulla più della musica ci consente di rivivere e respirare quell’atmosfera che, normalmente, possiamo solo immaginare. Le voci del ‘Carnevale musicale’ saranno i solisti della classe di Canto rinascimentale e barocco di Gloria Banditelli, docente del Conservatorio Frescobaldi e mezzosoprano di fama nazionale e internazionale, specializzata nel repertorio antico.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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