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Turisti mordi e fuggi, attenti alla spesa e inclini al fai da te. E’ il ritratto di una tendenza. A tracciarla è Virna Comini, presidente dell’Associazione Guide Turistiche di Ferrara e provincia, settanta associati e diversi collaboratori di lungo corso. ‘Siamo di fronte a una clientela differente da quella a cui eravamo abituati anni fa – spiega – E’ più portata a tenere il denaro in tasca, a risparmiarlo anche quando sceglie di fare la gita fuori porta. E’ una realtà con cui dobbiamo misurarci, Bologna e Rovigo organizzano mostre di grande qualità, ci fanno concorrenza e trovano gioco facile grazie all’assottigliato patrimonio artistico da visitare. Il terremoto ci ha segnato profondamente, sono chiusi il polo museale di Palazzo Massari e molte chiese, ancora non sappiamo quando verranno recuperati. Senza contare le condizioni della piazza, che è un cantiere. Non sono fattori stimolanti per il turismo’. Magari scegliendo un periodo diverso per fare i lavori sul ‘listone’, sostiene, si poteva facilitare l’accoglienza invece di scoraggiarla come sta avvenendo.
La sfida di questi anni è trattenere, fare ritornare e invogliare i turisti a una tappa prolungata nella capitale degli Estensi. ‘Il consorzio Visit Ferrara sta adoperandosi per promuovere offerte che uniscano pubblico e privato nell’interesse di tutti – spiega – C’è fermento per riuscire a sfruttare le fiere internazionali e l’Expo 2015, anche la nostra associazione partecipa al progetto con una guida in via di pubblicazione’. Nel frattempo l’alleato più potente è Matisse protagonista dell’esposizione di Palazzo dei Diamanti in programma fino al 15 giugno. ‘Primavera con Matisse’, programma di visite guidate nato dalla collaborazione con Itinerando, prevede appuntamenti il sabato, la domenica per chi dispone di MyFeCard e una tre giorni, il 27 marzo, il 24 aprile e il 29 maggio, dedicata ai visitatori ferraresi (per info: 333 1581942). ‘Insieme alle visite guidate abbiamo legato alla mostra, giocata per gran parte sulla figura femminile, un’ulteriore iniziativa intitolata Arte. Sogni e Misteri, aspettando Matisse – spiega – E’ una lettura della città attraverso l’evocazione di donne di grande spessore artistico, storico, intellettuale. Penso tra le altre a Olimpia Morata, letterata del Cinquecento meno nota di Parisina e del suo sfortunato amore dall’epilogo tragico, ma senz’altro un’innovatrice’.
Le nuove proposte – come la mostra nazionale di sculture contemporanee ‘San Giorgio, il drago e la principessa’, organizzata nel centro storico dal 10 al 24 aprile dall’associazione Stileitalico – servono ad alimentare la curiosità verso la città e a rendere accogliente. Ma si potrebbe fare di più. ‘Bisognerebbe aprire luoghi diversi dal solito, quando è successo con la Sala dell’Arengo i visitatori l’hanno gradito moltissimo – dice – Ci vorrebbe una maggior collaborazione tra categorie, tra pubblico e privato, ci sono palazzi di grande interesse da svelare. Allargare il ventaglio delle proposte ci aiuterebbe a limitare la concorrenza, a fare il salto di qualità di cui abbiamo bisogno. Personalmente posso dire che le collaborazioni nate da un obiettivo comune funzionano molto bene. Lo confermano i risultati di Viva Movida, le visite guidate promosse da Ascom, molto apprezzate anche da un pubblico di giovani’.

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Monica Forti


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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