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Arte, musica e spettacolo. I 50 anni del Dams: Daria Bignardi apre domani la serie di appuntamenti per festeggiare il traguardo del Corso di Laurea dell’Ateneo bolognese. L’assessore Felicori: “La Regione sostiene con convinzione il programma, dal Dams un importante contributo per la crescita culturale e del tessuto produttivo dell’Emilia-Romagna”.

Il primo incontro on line giovedì 18 marzo alle ore 18 sulla pagina Facebook e YouTube DamsLAb/LaSoffitta. Oltre 30 eventi in programma fino a giugno. A conclusione delle celebrazioni tre spettacoli sul palco di piazza Maggiore con grandi artisti del panorama italiano.

Bologna – Conversazioni tra professionisti ex studenti del Dams, lectio magistralis, mostre, un convegno nazionale, proiezioni, talk, laboratori teatrali, videoinstallazioni architettoniche nel centro di Bologna e tre concerti in piazza Maggiore.
Prende il via domani “Dams 50”, il ricco programma di iniziative culturali realizzato dall’Università di Bologna per festeggiare il cinquantenario del Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo dell’Ateneo. Previsti 30 eventi fino alla fine giugno e grandi artisti del panorama culturale italiano.

Sarà la scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva ferrarese Daria Bignardi ad aprire la rassegna, giovedì 18 marzo alle ore 18, con un evento on line in programma nella pagina Facebook e YouTube DamsLAb/LaSoffitta.

La Regione partecipa all’importante anniversario con un contributo straordinario all’Alma Mater Studiorum di 200mila euro, con l’obiettivo di sostenere il programma di iniziative per le celebrazioni realizzate  dall’Università di Bologna, anche con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, in collaborazione con il Comune di Bologna, le realtà dipartimentali DamsLab e La Soffitta, le istituzioni universitarie affini Centro Internazionale di Studi Umanistici “Umberto Eco” e Almae Matris Alumni Association, e con le principali istituzioni e associazioni del territorio.
“Festeggiamo con l’Università i 50 anni di un corso che per la sua innovazione e multisettoralità ha fatto scuola in Italia e all’estero- commenta l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori-. Il Dams ha rappresentato una significativa apertura alla modernità e alla creatività della cultura italiana, offrendo un contributo essenziale alla revisione dello stesso concetto di cultura in una direzione moderna e democratica, formando migliaia di talenti diventati poi anche grandi professionisti. Questa formidabile esperienza ha portato Bologna e la nostra regione a essere un centro nevralgico nel panorama artistico, musicale, teatrale e cinematografico italiano, sia dentro le istituzioni che nell’ambito di quell’industria culturale che negli anni pre-covid era in costante evoluzione”.

“Il contributo straordinario della Regione- chiude Felicori- testimonia quindi il riconoscimento di un percorso fruttuoso e l’auspicio per un futuro ancora più brillante e centrale per la valorizzazione del ruolo del nostro territorio nell’alta formazione e nell’industria culturale”.
Nell’incontro di domani, Daria Bignardi, dialogherà con i professori Gian Mario Anselmi e Luca Barra. L’incontro sarà introdotto dal direttore del Dipartimento Giacomo Manzoli.

 

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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