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Da ufficio stampa CIA Ferrara

Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara, è intervenuto nel corso della VII Congresso di Cia Nazionale che si sta tenendo in questi giorni a Roma. Ad apertura del suo discorso ha elencato alcuni numeri che indicano la distanza dai servizi utili ed essenziali per molte aziende agricole del territorio ferrarese, riprendendo un tema molto importante per il settore: il progressivo abbandono delle aree rurali. “Sono 70 km quelli che separano alcune zone agricole ferraresi dal primo ospedale pediatrico, 100 quelli che devono percorrere i ragazzi per frequentare un istituto superiore e 110 quelli per arrivare a un cinema, per non parlare della mancanza di assistenza sanitaria prossimale. Non possiamo continuare a vivere in luoghi senza servizi e infrastrutture adeguate, dalle strade alla banda larga, dove fare impresa è diventato un atto eroico. A Ferrara abbiamo lanciato come Agrinsieme l’iniziativa “Campagna viva, viva la campagna”, per valorizzare la presenza umana nelle zone agricole più disagiate e sostenere gli agricoltori che svolgono la loro attività economica un’importante azione di salvaguardia del territorio”.
A queste difficoltà si aggiunge quella del reddito, con le aziende che lavorano in condizioni più “degradate” di venti anni fa. “Alle distanze che separano le aziende agricole dai servizi essenziali – continua Calderoni – se ne aggiunge un’altra fondamentale: quella da un reddito soddisfacente. Siamo un settore in affanno, dove il valore non viene distribuito in maniera equa lungo la filiera perché il primo anello, quello produttivo, viene penalizzato. I dati parlano di 41 miliardi di export agroalimentare, ma è una cifra che non serve a nulla, se alle aziende agricole non arriva in tasca un euro in più.
Questo è ciò che dovrebbero avere in mente i politici, perché siamo stanchi di sentirci dire che abbiamo ragione quando affermiamo che le condizioni stanno peggiorando. Vogliamo, piuttosto, impegni seri e concreti che vadano oltre il vuoto di contenuti che sta emergendo nel corso di questa campagna elettorale”.
Fondamentali, secondo il presidente Cia Ferrara, anche nuove regole sulla ricerca genetica varietale. “Nel nostro paese – spiega Calderoni – esiste una grande anomalia: viene impedita la ricerca genetica a livello pubblico, che potrebbe dare garanzie di obiettività dei risultati, ma le multinazionali possono studiare senza vincoli gli OGM, depositare brevetti e vendere i prodotti agli agricoltori applicando naturalmente le royalty.
Stefano Calderoni ha chiuso il suo intervento con una provocazione rispetto ad Agea, l’ente che si occupa di erogare i contributi in agricoltura. “Questa mattina – conclude Calderoni – la nostra assemblea avrebbe dovuto tenersi sotto la sede di Agea, per protestare contro l’inefficienza di una struttura che costa nove volte di più degli altri enti pagatori nel resto d’Europa. Agea consuma soldi del mondo agricolo e anche questa è una situazione anomala che deve essere assolutamente controllata e risolta.”

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CIA FERRARA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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