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Da: Fabio Bergamini

VACCINI, BERGAMINI (LEGA ER) E FRANCESCO CARITA’ (FERRARA CAMBIA): «ASSISTENTI ALLA POLTRONA DEI DENTISTI E PERSONALE DELLA MEDICINA PRIVATA SIA SOTTOPOSTO PREVENTIVAMENTE AL VACCINO ANTI-COVID»

FERRARA, 15 GEN. «La partenza della campagna vaccinale anti-Covid ha lasciato dietro die sé una serie di contraddizioni, come l’esclusione di alcune figure paramediche e vari operatori della sanità privata. I quali, al pari dei medici, devono poter accedere preventivamente ai vaccini». L’appello per una operazione che molto sembra avere a che fare con il “buon senso” arriva dal consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, sostenuto a livello locale dall’esponente di “Ferrara Cambia”, Francesco Carità. Il leghista, in particolare, ha depositato una risoluzione che lo vede come primo firmatario, ma che è stata sottoscritta anche dai consiglieri Daniele Marchetti, Simone Pelloni e Valentina Stragliati, appartenenti alla Commissione Sanità. «L’esempio lampante di questa differenza di trattamento, tra settore pubblico e privato – avvertono Bergamini e Carità – avviene all’intero dell’ambulatorio privato dai dentisti: mentre i medici-odontoiatri, tardivamente, sono stati inclusi nella categoria di coloro che potranno accedere prioritariamente ai vaccini, i loro assistenti alla poltrona (quelli che tecnicamente si chiamano “Aso”, cioè assistenti di studio odontoiatrico; ndr) sono esclusi da tale opportunità. Parliamo pur sempre di una figura professionale impossibilitata a rispettare il distanziamento dal paziente, dovendo lavorare a stretto contatto con lui». Nonostante il continuo processo di sanificazione degli ambienti di cura, la nebulizzazione provocata dall’intervento odontoiatrico favorisce, secondo alcuni studi, l’aerosol fino a 1 metro e 80 centimetri dalla poltrona del dentista. Esponendo in tal senso gli Aso al pericolo del contagio. Che dire, poi, di igienisti dentali, infermieri e personale sociosanitario delle strutture private, psicologi, riabilitatori e operatori dei laboratori impegnati a processare tamponi? «Per tutte queste situazioni, che presentano un elevato grado di rischio d’infezione – dicono Bergamini e Carità – occorre una maggiore attenzione da parte del legislatore, che ci auguriamo possa correggere il tiro». Un’attenzione che la Lega vuole sollecitare, attraverso la risoluzione appena presentata in Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna, di fronte alla quale la Giunta Bonaccini dovrà dare rapidamente un segnale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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