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da: Movimento 5 Stelle Ferrara

Apprendiamo dalla stampa che il tavolo convocato dal Prefetto per il problema delle torce Yara e Versalis, società presenti con la propria dirigenza assieme al consorzio Ifm preposto ai controlli, ha sortito rassicurazioni (da parte delle aziende) e raccomandazioni (da parte del Prefetto). Più attenzione e trasparenza chiesti dal Prefetto, promesse di “costante impegno a limitare disservizi impiantistici” da parte delle società. Arpa e AUSL confermano che i prodotti della combustione (solo CO2 e vapore acqueo secondo quanto dichiarato dall’azienda) non fanno male alla salute…..praticamente un aerosol. Dunque tutto a posto, allarme rientrato nonostante nell’ultima settimana la qualità dell’aria di Ferrara sia stata tra le peggiori in regione?
Ne prendiamo atto, ma ci sia consentito pensare che un tavolo così composto non possa essere di completa garanzia, trattandosi di un vertice prettamente istituzionale e politico in cui manca l’elemento di terzietà, espressione del mondo medico e ambientalista, in grado di contribuire a rilevare eventuali criticità e falle nel sistema aziende-controlli e le correlazioni tra emissioni nell’ambiente e salute dei cittadini.
La cortese e sollecita risposta del Prefetto alla nostra richiesta, in cui spiega che ritiene di accettare al tavolo di confronto solo esperti espressione di enti pubblici, ci lascia quantomeno perplessi, sia perché la presenza della società del petrolchimico come primo interlocutore è in palese contraddizione con quanto affermato, sia perché la figura da noi proposta (dott Luigi Gasparini)appartiene all’ISDE, organismo riconosciuto a livello mondiale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ed è sempre sul tema della terzietà che siamo lieti di rispondere al Dott Trentini,direttore di ARPA che, rivendicando la qualità del lavoro dell’Agenzia che dirige, ci chiede cosa si intenda per ente super partes, poiché , a suo dire, non esiste un solo ente pubblico e amministrativo che desideri l’ inquinamento e non abbia invece a cuore la salute dell’ambiente e dei cittadini. Tutto vero in linea di principio , ma se realmente così fosse, come si spiegano i 44 siti più inquinati d’Italia con 6 milioni di persone a rischio tumori (fonte Ministero della salute) sparsi su tutto il territorio nazionale? Evidentemente esistono grosse falle nel sistema delle norme, delle regole, dei controlli e delle tutela di ambiente e salute sulle quali la politica e i molti enti pubblici di controllo di sua emanazione hanno enormi responsabilità; ecco perché non sempre possono essere considerate ente terzo e di garanzia. La terzietà dunque è rappresentata da chi non sia nè legato all’azienda , che quando diventa essa stessa controllore, come nel caso del Consorzio Ifm ,è in palese conflitto di interessi, nè al potere politico, che troppo spesso non è in grado di fornire ai cittadini le risposte alle frequenti richieste di trasparenza e di azioni concrete nei casi conclamati di pericolo per la propria salute. ARPA E.R, di cui non si mette in discussione la professionalità e l’impegno di operatori e funzionari che lavorano “tutti i giorni, anche di notte e nei festivi” come ci ha ricordato il Dott Trentini, é comunque innegabilmente un organismo politico (così come l’AUSL) in quanto i direttori sono di nomina politica (il direttore generale di ARPAE ER è nominato dalla giunta che a sua volta sceglie e nomina quello provinciale sulla base, oltre che del curriculum, anche di un “rapporto fiduciario”).
La terzietà dunque, per entrare nel merito, sarebbe garantita da chi, se fosse stato a quel confronto avrebbe potuto chiedere come mai, anche se la legge non lo prevede, a tutela della sicurezza e salute dei cittadini non vengano installati dei dispositivi capaci di rilevare con precisione e in tempo reale i gas di combustione che escono dalle torce, possibilmente controllati o gestiti dalla stessa Arpa, in aggiunta alle attuali centraline, che evidentemente non sono strumenti sufficienti per il monitoraggio delle emissioni specifiche poiché ” risentono di effetti di fondo che si generano su ampia scala, rendendo molto difficile distinguere il contributo delle singole fonti” ( risposta di Arpa).
Avrebbe potuto chiedere ad ARPA di acquisire e visionare i verbali (su sua carta intestata!) dei campionamenti eseguiti durante i sopralluoghi nei giorni di maggiore criticità al petrolchimico, con relativi rapporti di prova, in cui riferimenti importanti come la data, l’orario di inizio e fine analisi e il luogo del rilievo sono variabili fondamentali per la comprensione del dato; e così pure chiedere i risultati delle analisi dei microinquinanti organici (IPA, idrocarburi policiclici aromatici) categoria a cui appartengono diverse sostanze cancerogene.
Non è chiaro, infine ,perché mai il Dott Trentini abbia dichiarato alla stampa che non gli risulta che la centralina di Barco, la più vicina al petrolchimico, abbia sempre i valori di sforamento più elevati, quando i numeri parlano chiaro anche in questi giorni, purtroppo. Se il dato preso a riferimento per tranquillizzare è quello delle medie annuali, è evidente la sottovalutazione del pericolo, poiché sono gli sforamenti giornalieri nei periodi di maggiore criticità che devono far scattare l’emergenza e quindi la richiesta non solo di attenzione, ma anche di una serie di interventi strutturali risolutivi.
Confidiamo che le raccomandazioni e le promesse scambiate tra i diversi interlocutori al tavolo di martedì mattina possano sortire risultati concreti in termini di tempestività di informazione e soprattutto azioni concrete da parte dei vari attori della vicenda. La prima delle quali dovrebbe essere una grossa operazione trasparenza da parte del Sindaco, primo responsabile della salute dei suoi cittadini, con la pubblicazione tempestiva di tutta la documentazione utile a fornire dati e informazioni ambientali sul sito internet del Comune di Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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