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Da Ufficio stampa

Aumentati da 3 a 4 milioni e 350 mila euro in due anni i contributi del bando Por Fesr 2014-2020 per i progetti Ict dei liberi professionisti. Da domani 12 settembre saranno accolte le domande per la seconda tranche relativa agli investimenti per il 2018

Bologna – Da domani 12 settembre sarà possibile inviare richiesta di contributo per i progetti da realizzare nel 2018 nell’ambito del bando Por Fesr 2014-2020 (Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale della Regione Emilia-Romagna), rivolto ai liberi professionisti per l’innovazione e la digitalizzazione della propria attività.
Saranno messi a disposizione 2 milioni di euro per sostenere gli investimenti che si intendono realizzare entro il 15 settembre 2018, per un valore minimo di 15mila euro. L’importo del contributo per ciascun progetto ammesso a finanziamento non potrà superare i 25mila euro. Il bando finanzia fino al 40% della spesa ammissibile (45% se legato a nuova occupazione o presentato da donne e giovani) e sarà chiuso una volta raggiunto il numero massimo di 200 domande, in ogni caso non oltre il 10 ottobre 2017.

“Per garantire la competitività del nostro sistema produttivo riteniamo fondamentale sostenere l’attività delle libere professioni, che l’Unione europea ha equiparato alle piccole e medie imprese– commenta Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive–. Per questo, in considerazione dell’alto numero di domande pervenuto nella prima finestra del bando Por Fesr 2014-2020, abbiamo aumentato le risorse per l’annualità 2017, mantenendo invariate quelle per il prossimo anno, per un sostegno complessivo di 4 milioni e 350mila euro nel biennio. Così intendiamo dar seguito ad un percorso di crescita intelligente che abbraccia tutto il tessuto economico garantendo sviluppo e nuova occupazione”.

Alla chiusura della prima tranche del bando, relativa agli investimenti 2017, sono pervenute 194 domande, a seguito delle quali sono state aumentate le risorse disponibili da 1 milione a 2 milioni e 350mila euro. I progetti pervenuti riguardano al 70% l’acquisto di attrezzature e infrastrutture informatiche mirate a digitalizzare l’attività del proprio studio, nell’ottica di affiancare i clienti con la propria attività consulenziale. Fra le domande presentate, il 60% provengono da soggetti individuali iscritti agli ordini professionali e il restante 40% da associazioni o società. Un terzo dei progetti è stato presentato da donne e giovani professionisti. Quasi 4 proposte progettuali su 10 provengono dalla Città metropolitana di Bologna, seguita da Modena (13,4%) e da Reggio Emilia (10%). A breve saranno pubblicate le graduatorie dei progetti finanziati per l’anno 2017.

Come per la prima tranche, infine, le domande di contributo per il 2018 devono essere presentate esclusivamente per via telematica sul sito Sfinge 2020 della Regione Emilia-Romagna.

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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