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Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

In occasione della giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo il consigliere regionale Paolo Calvano in un question time chiede maggiore impegno per promuovere adeguate attività formative per chi soffre di questa sindrome.

«Negli ultimi anni la Regione si è dedicata con grande impegno al tema dell’autismo, soprattutto dal punto di vista sanitario, ma rimangono alcune questioni irrisolte – spiega Calvano –. In particolare, le Associazioni e le famiglie dei bambini, dei ragazzi e soprattutto degli adulti affetti da autismo lamentano a tutt’oggi una presa in carico parziale. Nell’autismo ogni persona ha una storia a sé, che muta con il passare del tempo e che può diventare più problematica con l’età adulta. Per questo ho chiesto alla Regione di focalizzare l’attenzione per rendere disponibili percorsi e opportunità mirati e adeguati, che rispondano alle domande delle persone con disturbi dello spettro autistico. Occorre garantire attività formative ad hoc, valorizzando anche il contributo delle associazioni e delle famiglie che da anni stanno compiendo sforzi enormi in prima persona».

Secondo Calvano quindi è necessario un salto di qualità per migliorare la vita a chi soffre di autismo e alle loro famiglie. «Quanto fatto finora è lodevole, infatti dal 2008 la Regione ha avviato un programma di assistenza ad hoc e negli ultimi anni è intervenuta in modo significativo nelle diagnosi precoci per la fascia 0-6 e nella presa in carico tempestiva nelle diverse fasce di età. La Regione è infatti al lavoro per incrementare le risorse e sono in arrivo fondi da destinare alle Ausl. Si tratta di un’integrazione al finanziamento già previsto per il 2019 nel Pria ( programma regionale integrato alle persone autistiche ) e arriveranno 2 milioni di euro su tutta la Regione, di cui a Ferrara 125,600 euro – prosegue –. Inoltre, nel 2018 abbiamo ottenuto un finanziamento di 1 milione di euro dall’Istituto Superiore di Sanità per qualificare ulteriormente la rete delle strutture residenziali e semi-residenziali per le persone autistiche. L’obiettivo da raggiungere ora è quello di migliorare la presa in carico dei giovani-adulti, sostenendoli dal punto di vista formativo fino all’inserimento lavorativo, un tema al quale la Giunta risponderà nella seduta del prossimo consiglio regionale».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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