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Da: Organizzatori

La notissima rassegna letteraria “Autori a corte” che dal 2014 con due edizioni differenti – a luglio e nel periodo natalizio – propone presentazioni librarie di autori noti in ambito nazionale (una breve carrellata vede i nomi di Gianluigi Nuzzi, Marcello Simoni, Massimo Carlotto, Cinzia Tani, Sonia Peronaci, Antonella Boralevi, Achille Occhetto, Magdì Allam, Piero Fassino, Don Antonio Mazzi, Petros Markaris e tantissimi altri) e autori locali, allarga i suoi orizzonti: a partire dal 24 settembre, a scadenza mensile, fino al giugno 2020 presso la Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea proporrà incontri e presentazioni con lo stile che hanno reso famosa questa rassegna. Per cui anteprime, presentazioni animate da musica e letture e ospiti famosi si alterneranno nelle date da tenere a mente del 24 settembre 2019, 8 ottobre 2019, 12 novembre 2019, 17 dicembre 2019, 21 gennaio 2020, 18 febbraio 2020, 17 marzo 2020, 21 aprile 2020, 19 maggio 2020, 16 giugno 2020.

Questi incontri, ovviamente a ingresso libero, non sostituiranno le rassegne estiva e natalizia ma andranno ad integrarle per una offerta aperta a tutti i 12 mesi dell’anno.

“Lavorando da anni per una cultura diffusa, arrivando a portare la nostra rassegna dal centralissimo Giardino delle Duchesse al cortile del Consorzio Factory Grisù in Via Poledrelli, avevamo quasi dimenticato che Ferrara ha un autentico gioiello a due passi dalla nostra sede. La Biblioteca Ariostea è un luogo magico che tutti, anche chi non è vicino al mondo dei libri deve scoprire” – queste le parole di Federico Felloni uno degli organizzatori della rassegna – “non abbiamo un calendario completo, porteremo di volta in volta proposte differenti anche in base alle tante richieste che ci arrivano dalle varie case editrici con cui collaboriamo, ma non vogliamo assolutamente scordarci degli autori locali che avranno uno spazio considerevole com’è giusto che sia.”

Si incomincia il 24 settembre alle ore 17,30 con Dario Gigli, finalista del premio Giovane Holden, che presenterà il suo ultimo romanzo La fabbrica di plastica. Incontro magnificato dalla musica dal vivo di Matteo Ramon Arevalos pianista di fama mondiale che vive e lavora fra Europa e Stati Uniti e le letture della giovane attrice Camilla Lopez.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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