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Da: Organizzatori
Copparo – Avvallamento stradale in via Argine Volano, la risposta del Comune di Copparo

Sul tema della viabilità e dello stato di manutenzione in cui si trovano molte strade provinciali, il Comune di Copparo evidenzia alcune problematiche. Da tempo sulla via provinciale Argine Volano persiste un avvallamento, particolarmente accentuato su una carreggiata e in continuo peggioramento anche a causa del passaggio di mezzi pesanti. Il tratto ammalorato è al 12 chilometro di via Argine Volano e la segnaletica che obbliga i 30 chilometri orari è ignorata da molti.
«Questo tratto di strada è diventato molto pericoloso – afferma Marco Mazzali assessore ai Lavori Pubblici – i motivi sono diversi e si sommano, generando un oggettivo rischio, non solo per gli automobilisti in transito, ma soprattutto per i residenti. Nei giorni scorsi un gruppo di cittadini di Fossalta ci ha inviato una lettera, con la richiesta di recapitarla anche alla Provincia di Ferrara, relativamente allo stato in cui versa la strada provinciale 20 meglio conosciuta come Via Argine Volano».
«Come Amministrazione comunale di Copparo nel condividere la segnalazione – sottolinea l’assessore Mazzali – aggiungiamo che va inoltre considerato l’aumento del traffico di mezzi pesanti, sia di giorno che di notte, dovuta alla interdizione a tali mezzi su molti ponti sul Po di Volano insieme alla prolungata chiusura per rifacimento del ponte Marighella sulla Provinciale 2 bis, che sta ulteriormente distruggendo un manto stradale già da tempo usurato».

«Condivido la presa di posizione della presidente della Provincia sulla stampa – conclude l’assessore – dove si sottolinea la scarsità delle risorse economiche disponibili a fronte dei crescenti problemi su viabilità e sicurezza in tutti i Comuni, ma proprio per questa mancanza di visione, progettualità e programmazione dell’attuale governo diventa indispensabile una visione progettuale integrata almeno tra Provincia e Comuni. Partendo dalla sicurezza sulle strade che è fondamentale come evidenzia la presidente della Provincia Barbara Paron, l’assessore sottolinea che è altrettanto importante è l’economia di un territorio legata anche alla viabilità, e su entrambi i temi i Comuni vanno coinvolti e non semplicemente informati».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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