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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Abbattimento dei costi, con un risparmio di 1,2 milioni circa. L’assessore Venturi: “Collaborazione proficua, oltre a uno scambio di esperienze, tra Regioni confinanti”. Il sottosegretario Rossi: “Scelta di qualità, secondo un modello che ci consente anche un risparmio significativo”

Un nuovo presidente e altri quattro membri per ognuno dei Comitati di indirizzo delle Aziende Ospedaliero-Universitarie (Parma, Modena, Bologna e Ferrara) dell’Emilia-Romagna. Li ha designati la Giunta regionale, allo scadere dei precedenti, con un’apposita delibera. Per l’assessore alle Politiche per la salute Sergio Venturi “la scelta dei presidenti consentirà di sviluppare una collaborazione proficua, oltre a uno scambio di esperienze, tra Regioni confinanti. Le nuove nomine permetteranno di dare continuità all’importante lavoro svolto dai precedenti Comitati, ai cui componenti va un sentito ringraziamento”.
Le modifiche già introdotte dalla Giunta sulla composizione dei Comitati e sui compensi dei rispettivi membri consentiranno un abbattimento significativo dei costi, con un risparmio, per i quattro anni in cui le nomine saranno in vigore, pari a 1,2 milioni di euro circa: è previsto infatti un compenso annuo di 3.000 euro, oltre ai rimborsi spese, solo per la figura del presidente. Ai componenti spetta invece, a carico del bilancio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, esclusivamente il rimborso delle spese sostenute per la partecipazione alle sedute.
“Anche in quest’occasione – sottolinea Andrea Rossi, sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale – abbiamo fatto scelte organizzative di qualità, secondo un modello che ci consente anche un risparmio significativo sui costi di funzionamento di questi organismi. Un altro tassello nel percorso di risparmio sulle spese necessarie al funzionamento delle strutture regionali, un percorso che abbiamo avviato dal giorno stesso dell’insediamento della nuova Giunta”.
I nuovi presidenti:
I presidenti dei Comitati di indirizzo, individuati con i Rettori delle Università interessate, sono Walter Bergamaschi, direttore generale Salute della Regione Lombardia, per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma; Francesco Quaglia, direttore generale Salute e Servizi Sociali della Regione Liguria, per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena; Fulvio Moirano, direttore generale Sanità della Regione Piemonte, per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna; Domenico Mantoan, direttore generale Sanità e Sociale della Regione Veneto, per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara.
Il Comitato di indirizzo, in sintesi:
E’ un organo collegiale dell’Azienda. Propone iniziative e misure per assicurare la coerenza fra la programmazione aziendale e quella didattica e scientifica dell’Università, e verifica la corretta attuazione del protocollo d’intesa e dei relativi provvedimenti aziendali. Il Comitato esprime parere preventivi e obbligatori sulla formulazione del piano programmatico, sull’istituzione, la modifica o la disattivazione di unità operative complesse e di dipartimenti essenziali per lo svolgimento delle attività di didattica e di ricerca, sugli strumenti di programmazione economico-finanziaria e sui risultati dell’attività istituzionale, sull’accordo di fornitura tra l’Azienda ospedaliero-universitaria e le Aziende Usl di riferimento.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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