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E’ passata poco più di una settimana dall’incontro fra il sindaco Tiziano Tagliani, il sottosegretario dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta e gli Azionisti Azzerati Carife. Cerchiamo di fare il punto sulla vicenda partendo proprio dalla voce dei risparmiatori, quelli ‘azzerati’ o ‘traditi’ o ‘attivi’ come essi stessi si sono definiti.
Mancati controlli, operazioni troppo ‘allegre’, un Governo forse troppo tempestivo nell’applicare la regola europea del bail-in, ricapitalizzazioni inutili e aperture di linee di credito per decine di milioni di euro a gruppi finanziari poco solidi. Questo il mix che ha portato all’azzeramento di due secoli di storia bancaria ferrarese e alla vaporizzazione dei risparmi di 28mila azionisti e 4mila obbligazionisti subordinati.
Tante apparenti responsabilità ma, come sempre, nessuna responsabilità.

Le banche guardano al futuro e il futuro non vuole garanzie statali, tutele, differenze troppo marcate tra operazioni finanziarie e raccolta risparmio. Vogliono essere svincolate dall’economia reale e dai territori, pensare globale e in grande. E mentre noi ci chiediamo a chi conviene tutto questo e la Bce rilancia chiedendo la rimozione della tutela dei conti correnti fino a 100.000 euro. Parliamo con chi ha vissuto sulla propria pelle un assaggio di questo futuro: Katia Furegatti, membro del direttivo dei ‘Risparmiatori Azzerati di Carife’, un gruppo di persone che si sono aggregate volontariamente dopo il 22 novembre 2015, data dell’azzeramento dei risparmi di 32mila famiglie ferraresi, diretta conseguenza del Decreto Salvabanche del Governo Renzi.
Katia rappresenta un gruppo di cittadini che non si sono arresi e anzi continua a impegnarsi affinché “siano restituiti i soldi sottratti. Ci consideriamo un gruppo di ‘Cittadinanza Attiva’ che si impegna per ripristinare un diritto civile sancito dalla Costituzione: il diritto alla tutela del risparmio”.

Ci eravamo lasciati con la fiaccolata del 30 luglio (leggi QUI l’articolo). In quell’occasione ci si lamentava dell’assenza della politica sia nazionale sia locale. Ricordo soprattutto che allora numerosi cartelli rimarcavano l’indifferenza dimostrata da politici locali attualmente sulla scena nazionale, come Franceschini e Marattin.
L’obiettivo della Fiaccolata del Risparmio Tradito realizzata poi il 30 luglio scorso era riaccendere i riflettori della città, della politica e delle istituzioni sia nazionali sia locali su una vicenda drammatica che sembrava fosse sparita dalle agende dei politici e dall’elenco dei gravi problemi da risolvere.
Alla Fiaccolata parteciparono circa 500 persone, alcune provenienti anche dalla Toscana e dal Veneto, e in quei giorni presentammo un documento ai giornali con le nostre proposte che ebbe un buon risalto mediatico. L’obiettivo di riportare l’attenzione sul nostro caso e far sapere sia alla città sia ai politici nazionali che non eravamo disposti ad arretrare sulle nostre posizioni fu ampiamente raggiunto.

Nella conferenza stampa che ha presentato l’iniziativa avete reso pubblico il documento che rappresentava la vostra base programmatica (clicca QUI per leggerlo)
Lo abbiamo presentato all’Arcivescovo di Ferrara Gian Carlo Perego, che si è dimostrato solidale con la nostra vicenda, usando anche parole forti definendola “un’operazione finanziaria vergognosa”. Abbiamo chiesto e ottenuto incontri per consegnarlo a diverse forze politiche locali: Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Partito Democratico. Siamo riusciti a incontrare anche rappresentanti delle Istituzioni nazionali, in primis i parlamentari ferraresi, il Presidente della Regione e poi consiglieri e assessori regionali e ovviamente il Sindaco di Ferrara. Da tutti abbiamo avuto dichiarazioni di sostegno alle nostre proposte e anche l’impegno di adoperarsi per risolvere la vicenda.

Di quali impegni si sono fatti carico e, soprattutto, ci sono stati aiuti concreti?
Devo dire di sì, ci sono stati interventi da varie parti politiche, comunali, regionali e nazionali.
Alan Fabbri, (Consigliere Regione Emilia Romagna della Lega Nord, ndr) ha ottenuto l’istituzione del fondo regionale per il rimborso delle spese sostenute per le pratiche di rimborso e per le cause avviate.
Il Movimento 5 stelle ha, fra l’altro, supportato gratuitamente gli azzerati nella presentazione delle istanze di ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo.
Il Coordinatore regionale di Forza Italia, Elio Massimo Palmizio, ha inviato un’interrogazione al Ministro Padoan sulle nostre proposte.
Anche da Pier Luigi Bersani, leader di Mdp-Articolo 1, incontrato nel corso di un’iniziativa cittadina, è arrivato un impegno a sostenere le nostre proposte.

Che ruolo si è ritagliato il nostro Sindaco?
L’incontro con il sindaco Tiziano Tagliani e con l’assessore regionale Patrizio Bianchi ha prodotto un coinvolgimento diretto del Presidente della nostra Regione, Stefano Bonaccini, che abbiamo anche incontrato personalmente, e del Sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze, Pier Paolo Baretta.
In particolare è stato decisivo l’incontro con il deputato del Partito Democratico Alessandro Bratti, da sempre una voce fuori dal coro per le sue posizioni in merito alla vicenda Carife rispetto ai leader ferraresi del suo partito. Con lui abbiamo avviato un dialogo costruttivo con i Dem ferraresi che ci ha portato poi a incontrare sia il vicesegretario nazionale del Pd Maurizio Martina, sia il Ministro Dario Franceschini, il grande assente sull’intera vicenda, e infine il segretario nazionale Matteo Renzi, l’incontro è avvenuto il 9 novembre scorso.

Come è andata con Renzi?
Abbiamo organizzato un sit-in di protesta durante la visita di Matteo Renzi a Ferrara e, contemporaneamente, una delegazione del nostro gruppo è salita sull’Intercity ‘Destinazione Italia’. In quell’occasione, dopo avergli ricordato che lo riteniamo il principale responsabile del nostro azzeramento, gli abbiamo chiesto cosa intendesse fare concretamente per dimostrare, come ha recentemente dichiarato, di essere dalla parte dei risparmiatori. Un’inversione a 360 gradi visto che fino a poco tempo fa ci aveva etichettato come “speculatori”.
Il Segretario del Pd si è impegnato a introdurre un “fondo per il risparmio tradito”, questo il termine da lui usato, nella Legge di Stabilità 2018 per il rimborso anche degli azionisti azzerati.
Il fondo, che avevamo prospettato anche nel nostro documento programmatico, è stato poi presentato ufficialmente dal Sottosegretario Pier Paolo Baretta il 16 novembre all’incontro organizzato in Municipio dal Sindaco Tagliani. Durante quell’incontro abbiamo anche proposto al governo di esercitare la ‘moral suasion’ nei confronti degli istituti che hanno avuto per 1 € le banche messe in risoluzione. Pensiamo che anche Bper debba intervenire a sostegno degli azzerati, attraverso l’assegnazione di titoli a parziale ristoro dei risparmi perduti, come ha fatto Banca Santander in Spagna e come in parte sembra farà Bankintesa in Veneto.
A questo proposito bocciamo le iniziative commerciali proposte da Bper agli ex azionisti Carife perché le riteniamo inadeguate e fuorvianti. Bper ha dichiarato alla stampa di aver aumentato del 47,3% l’utile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche grazie l’acquisizione di Carife. Dimostri concretamente, quindi, di volere effettivamente riconquistare la fiducia dei ferraresi.

Chi potrà usufruire di questo fondo?
Il Fondo annunciato da Baretta sarà rivolto a chi ha perso i propri risparmi a causa di una mala gestio degli istituti bancari, ovvero a seguito di pratiche bancarie scorrette. Include quindi anche gli azionisti e sarà finanziato da chi ha creato questi problemi, ovvero dal sistema bancario stesso.
Il prossimo passaggio che faremo sarà quello di chiedere al sottosegretario Baretta di presentare alla città, in un’assemblea pubblica, che cosa prevede nel dettaglio l’emendamento presentato dal governo sul fondo e, in particolare, quale sarà la dotazione finanziaria, chi i destinatari e quali le modalità per ottenere i rimborsi.

Ad oggi cosa è stato ottenuto e chi invece è ancora in attesa di una soluzione?
L’82,98%, stessa percentuale anche a Ferrara, degli obbligazionisti subordinati hanno ottenuto il rimborso diretto dell’80% del valore delle loro obbligazioni dal Fondo Interbancario. Si tratta di coloro che rientravano in una delle seguenti condizioni:
– patrimonio mobiliare di proprietà dell’investitore di valore inferiore a 100.000 euro al 31 dicembre 2015;
– ammontare del reddito complessivo dell’investitore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche nell’anno 2014 inferiore a 35.000 euro.
Per gli altri obbligazionisti l’11 novembre scorso è scaduto il termine per la presentazione delle procedure di Arbitrato all’Anac.
I 28.000 azionisti non hanno ancora ottenuto nulla ed è a questi in particolare che è rivolto il nostro impegno.

I prossimi passi?
Abbiamo in programma altre iniziative di denuncia e di approfondimento che organizzeremo in città, insieme ad altre assemblee che faremo in provincia per coinvolgere tutti gli azzerati. Nell’ultimo periodo abbiamo realizzato quattro assemblee, a Portomaggiore, Ostellato, Copparo e a Ferrara, e abbiamo parlato a circa 500 persone. L’ultimo incontro lo abbiamo realizzato il 16 novembre a Ferrara e hanno partecipato circa 200 persone. Il nostro slogan è: “Azzerati ma non rassegnati”.
Attraverso questi incontri stiamo rafforzando la nostra rete organizzativa. Mai come in questo periodo di campagna elettorale, infatti, è necessario continuare a esserci per fare pressing a tutti i livelli, in particolare alla politica affinché alle parole seguano atti concreti.
Non trascuriamo, inoltre, ciò che sta avvenendo sul fronte delle azioni legali. E’ in corso un processo contro Carife in cui circa 1200 ex azionisti si sono costituiti parte civile e c’è un’ordinanza emessa dal Tribunale di Ferrara che ha dato ragione ad un ex azionista azzerato che dovrà essere rimborsato in toto del capitale investito, oltre che degli interessi maturati e delle spese legali.
Riteniamo poi il ricorso all’Arbitro per le Controversie Finanziarie, istituito recentemente presso la Consob, una strada utile da perseguire, anche perché non costa nulla, si può fare on-line e può essere molto utile anche per eventuali cause civili.

È stata recentemente istituita anche una Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche.
Si. Abbiamo inviato un ‘Dossier su Carife’ al suo Presidente, Pier Ferdinando Casini, e a tutti i componenti della Commissione. L’Onorevole Casini ci ha risposto con una lettera in cui ha scritto che saremo invitati in audizione e siamo in attesa di essere convocati.

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Claudio Pisapia

Dipendente del Ministero Difesa e appassionato di macroeconomia e geopolitica, ha scritto due libri: “Pensieri Sparsi. L’economia dell’essere umano” e “L’altra faccia della moneta. Il debito che non fa paura”. Storico collaboratore del Gruppo Economia di Ferrara (www.gecofe.it) con il quale ha contribuito ad organizzare numerosi incontri con i cittadini sotto forma di conversazioni civili, spettacoli e mostre, si impegna nello studio e nella divulgazione di un’informazione libera dai vincoli del pregiudizio. Cura il blog personale www.claudiopisapia.info

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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