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da: Centro Teatro Universitario – Unife

Lunedì 29 febbraio avrà luogo a Rovigo l’inaugurazione del nuovo Istituto penitenziario, con la presenza del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Del Rio, di Santi Consolo, capo del DAP – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, di Enrico Sbriglia, Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per il Triveneto, e di altre autorità regionali e locali.
In considerazione dell’ormai decennale attività svolta presso le carceri di Venezia dall’Associazione Balamòs di Ferrara tramite il progetto teatrale “Passi sospesi”, realizzato con la collaborazione e il partenariato scientifico del Centro Teatro Universitario di Unife, il Provveditore Enrico Sbriglia ha inviato un invito ufficiale all’inaugurazione allo scopo di presentare ad autorità e mezzi di comunicazioni locali e nazionali l’attuale programma di lavoro di teatro e i risultati fino ad oggi conseguiti. Con l’intento, si legge ancora nell’invito, di valutare “l’opportunità di ipotizzare ulteriori iniziative che riguardino il lavoro presso la nuova struttura”, evidenziando quanto già sia stato realizzato nel mondo del carcere del Triveneto tramite l’esistente progettazione teatrale “dando spesso un senso concreto ed utile al tempo della pena”.
Il progetto “Passi sospesi”, avviato nel 2006, ha consentito di consolidare nel tempo un significativo e ampio percorso di educazione e formazione tramite il teatro che in più occasioni ha integrato il lavoro svolto da Michalis Traitsis di Balamòs teatro presso il CTU. Oltre al partenariato scientifico e allo studio su obiettivi e risultati, frequenti sono infatti a tutt’oggi gli scambi di esperienze fra allievi universitari, detenuti e detenute, e – ultimamente – studenti delle scuole medie inferiori di Ferrara, che rafforzano l’immagine stessa di una Università non semplicemente impegnata a formare “saperi tecnici” ma persone. Il teatro infatti offre l’opportunità di confrontarsi, viversi, vedersi all’interno di un gruppo, nel quale si propagano affettività, conflitti, regole. Mirando di conseguenza, la pratica del laboratorio teatrale, a stimolare uno stato di benessere con particolare attenzione al processo che l’individuo e il gruppo attraversano, riempiendolo dei propri contenuti, materiali, sogni, fantasie, fantasmi.
L’attuale invito a Rovigo rappresenta dunque un’implicita condivisione di tali presupposti educativi, tanto più necessari all’interno della complessa realtà carceraria, e un altro importante riconoscimento dopo l’apprezzamento di “Passi sospesi” da parte dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel 2013, il successivo premio dell’Associazione nazionale critici di teatro e le più recenti collaborazioni con il Ministero della Sanità e dei Servizi Sociali della Grecia.
All’inaugurazione di lunedì 29 saranno presenti Michalis Traitsis, responsabile del progetto “Passi sospesi” e Daniele Seragnoli, direttore del Centro Teatro Universitario.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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