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da: Walter Parenti

Lettera di Paolo Ballestrazzi al Sindaco del Comune di Pavullo

“Abbiamo letto nei giorni scorsi notizie rassicuranti sul futuro del nostro ospedale che, però, per lo svolgersi degli eventi, non rassicurano affatto poiché quanto è avvenuto in situazioni simili e contigue contraddice perfino il più superficiale ottimismo.
Mi riferisco, in modo particolare, alla realtà di Porretta Terme ove il reparto di Ostetricia è stato chiuso nonostante il molto denaro speso per la costruzione e l’ ammodernamento di quel nosocomio e con la conseguenza che le partorienti devono ora spostarsi a Bologna o a Pistoia.
Se la politica non vuole limitarsi ad un inutile vaniloquio o – ed è ancor peggio – fungere da supporto per miserabili interessi personali o di gruppo, occorre che sappia individuare e mettere in campo strumenti capaci di riequilibrare il piano inclinato delle disuguaglianze, private e collettive, che in questa crisi ha assunto una deriva molto preoccupante.
Non si comprende infatti per quali ragioni i cittadini del nostro territorio debbano essere ulteriormente penalizzati rispetto ad altri che già godono di evidenti vantaggi a fronte di un eguale esborso di tasse, tariffe e balzelli vari.
Questa difformità di trattamento, particolarmente odiosa trattandosi dei problemi della salute, manifestatasi con pervicace ostinazione negli ultimi dieci anni, era già stata stigmatizzata – se la memoria non ci inganna – dal compianto Arcivescovo in occasione delle polemiche seguite all’ approvazione del Pal.
Con preoccupazione abbiamo anche letto che la regione ha disposto, proprio in questi giorni, lo stanziamento di oltre 26 milioni per realizzare, a Modena, il padiglione materno-infantile!
Ora, Signor Sindaco, non v’ è dubbio alcuno che le “razionalizzazioni” cui sono stati sottoposti la totalità dei nostri reparti, che ne hanno limitato la disponibilità funzionale e che si sono rivelate delle vere e proprie “cure dimagranti” sarebbero state comprensibili ed accettabili solo se non si fosse contemporaneamente progettato un ingente investimento che, di fatto, si sovrapporrà all’esistente soffocandolo.
Esattamente come è avvenuto per la chirurgia e l’ ortopedia a Vignola, Castelfranco e Mirandola ove, però, vi è stata una unitaria presa di posizione da parte del Consiglio Comunale in difesa dell’ ospedale.
Signor Sindaco, non si fidi della “disponibilità” ad investire sulle opere murarie perché questi interventi che possono essere utili o pleonastici e sono onerosi solo per i cittadini e non per i dirigenti che, con lucidità, li pensano li studiano e li realizzano non costituiscono mai elemento di garanzia.
Se condivide il giudizio che il ruolo della politica deve essere quello di contrastare l’acuirsi delle disuguaglianze, assuma un’ iniziativa determinata come il Suo collega di Mirandola, magari coinvolgendo i riottosi colleghi dell’Alto Frignano, i quali dovranno pur rendersi conto, almeno questa volta, che da soli non possono più andare.
Siamo certi che, se questo sarà il suo modo di commiato, le poche critiche che riceverà dalla politica saranno compensate dalla stima e dalla riconoscenza di tutti gli abitanti del nostro territorio.”

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Riceviamo e pubblichiamo


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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