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Da: Lucia Felletti, comune di Comacchio

All’indomani della pubblicazione del bando che assegna contributi a fondo perduto per l’importo complessivo di 204.000 euro e un ulteriore ristoro TARI di 115.000 euro alle imprese che hanno dovuto sospendere l’attività a seguito dei decreti governativi correlati all’emergenza sanitaria, non si è verificato il rischio paventato del potenziale esaurimento dei fondi in poche ore. A fronte delle oltre duecento imprese che potranno beneficiare dei contributi sono state perfezionate circa 90 domande, alcune delle quali peraltro non ammissibili, in quanto relative ad attività non rientranti nei codici ATECO selezionati dall’Amministrazione tenuto conto dei settori maggiormente colpiti dai provvedimenti di limitazione delle attività.

“Sulla base delle nostre stime l’ammontare delle somme messe in campo dall’Amministrazione riuscirà a soddisfare le richieste della quasi totalità delle imprese rientranti nella platea selezionata, che riceveranno un contributo di 1.000,00 euro e un ristoro TARI pari al 40% della parte variabile della tariffa. Invito pertanto gli imprenditori in possesso dei requisiti a presentare domanda di sostegno in quanto le risorse sono ancora disponibili” – precisa l’Assessore alle Attività Produttive Luca Bergonzi.

“Colgo l’occasione” – prosegue l’Assessore “per ripercorrere le tappe che hanno portato all’emissione del bando.

Il Comune ha potuto registrato nel proprio bilancio le somme da assegnare alle imprese solo il 30 novembre, con l’onere di emettere poi un bando, istruire le domande e individuare i beneficiari entro il mese di dicembre pena la perdita dei fondi.

Con tempi così stretti il Sindaco ha incontrato tutte le associazioni di categoria già il 27 novembre nell’ambito del Tavolo consultivo sull’emergenza COVID appena istituito e convocato proprio per illustrare le nuove straordinarie misure di sostegno alle imprese, riscontrando peraltro un ampio apprezzamento, sia sull’iniziativa che sul metodo. Sebbene la pubblicazione del bando fosse prevista per il 1° dicembre, l’Amministrazione ha posticipato la pubblicazione di due giorni, termine oltre il quale non sarebbe stato possibile istruire le domande. Una pubblicazione già comunque anticipata dal Sindaco con alcuni interventi sui social network e, come detto, ampiamente illustrata alle associazioni di categoria.

“Come dimostrano i fatti tutto si è svolto – conclude l’Assessore – nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità”.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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