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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Entro il 14 settembre la presentazione dei progetti. L’assessore Gualmini: “La tradizione di grande solidarietà e attivismo della Regione Emilia-Romagna nei confronti dei paesi che ancora hanno bisogno di sostegno viene ancora una volta confermata”

Educazione e formazione dei minori, sanità, sviluppo economico locale, ma anche sostegno ai processi di riconoscimento dei diritti umani e di rafforzamento della società civile sono gli ambiti di intervento dentro ai quali ONG, soggetti del Terzo settore, Enti locali potranno presentare, per il 2015, progetti i di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione, attraverso l’apposito bando recentemente approvato dalla giunta.
Complessivamente si tratta di 904.500 euro (contributi regionale ai sensi della L.R. 24 giugno 2002, n. 12) per finanziare, fino ad un massimo del 50% del costo totale, progetti destinati ai Campi profughi Saharawi in Algeria (120mila euro), paesi del bacino sud del mediterraneo (170mila euro), Etiopia (60mila euro), Mozambico (140mila euro), Senegal (150mila euro), Ucraina (50mila euro) e i territori palestinesi, in particolare Gerusalemme, West Bank e Striscia di Gaza (150mila euro).
“La tradizione di grande solidarietà e attivismo della Regione Emilia- Romagna nei confronti dei paesi che ancora hanno bisogno di sostegno viene ancora una volta confermata – ha sottolineato Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione con delega anche per la Cooperazione internazionale allo sviluppo e aiuti umanitari – A differenza di altre regioni in cui il settore della cooperazione internazionale è stato interessato da tagli significativi noi proviamo a tenere ferme le risorse e migliorare l’efficacia dei progetti – prosegue Elisabetta Gualmini – E’ una sfida che non può venire meno in una fase in cui nel Mediterraneo e più in generale a livello globale, si osservano cambiamenti e sfide epocali“.
Attraverso il bando potranno essere finanziate anche iniziative di cooperazione Internazionale dei Gruppi di cooperazione territoriale internazionale riguardanti aree caratterizzate da basso livello di sviluppo. Con questi contributi, anche quest’anno, la Regione Emilia-Romagna avvia una delle attività più significative del proprio Programma nell’ambito delle politiche di cooperazione decentrata che porta avanti dal 1990, quando aveva adottato una delle prime leggi regionali in materia.
In particolare, nell’ultimo triennio la programmazione della Regione si è caratterizzata soprattutto per i Paesi dell’area balcanica e dell’America Latina, ma con qualche esperienza anche nel bacino sud del Mediterraneo, per un progressivo spostamento da azioni di cooperazione allo sviluppo di tipo tradizionale ad attività di collaborazione, con caratteristiche di assistenza tecnica, scambio di esperienze nella gestione di politiche a livello locale e alta formazione per dirigenti pubblici e policy-makers.
Dal 1996 ad oggi sono stati sostenuti circa 600 progetti in area Balcanica e in Brasile, in numerosi Paesi dell’Africa sub-sahariana, del bacino sud del Mediterraneo, dei Paesi di prossimità orientale e del Medio Oriente.
Il termine per l’invio delle proposte progettuali è fissato entro il 14 settembre 2015 mediante posta elettronica certificata (Pec) all’indirizzo mail segrpolue@postacert.regione.emilia-romagna.it , oppure entro le ore 13.00 a mano presso la Segreteria del Servizio politiche europee e relazioni internazionali – Viale A.Moro, 30 – Bologna.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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