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da: Ferrara Baseball

Il torneo indoor sarà un banco di prova per la squadra giovanile, da quest’anno iscritta ai campionati FIBS. Ventura, Carlotti e Ragazzi nel nuovo staff tecnico. Domenica amichevole con Ravenna.

Riparte l’attività agonistica per le giovanili del Ferrara Baseball. La società, forte dell’intensa attività di reclutamento dei mesi estivi ed autunnali, quest’anno schiererà i propri colori in tre diverse categorie (minibaseball, ragazzi e cadetti). Conclusa l’affiliazione dell’intero vivaio alla FIBS (Federazione Italiana Baseball Softball): i giovani atleti disputeranno i campionati federali riportando la bandiera del duca nel giro che conta, insieme alle tante solide realtà dell’Emilia-Romagna come Rimini, Bologna, Parma e Godo; finalmente si riannodano i fili col passato, con l’augurio che il baseball metta radici definitive all’ombra del Castello.
Calendario invernale già ricco di impegni, con la squadra ragazzi che prenderà parte alla prossima Winter League: il torneo indoor, che si disputerà tra gennaio e febbraio, è ormai un appuntamento classico, e sarà un’ottima occasione per testare i propri progressi oltre al valore delle tante avversarie dirette della futura stagione. “Questa competizione sarà un bel trampolino di lancio per le nostre numerose nuove leve, e un banco di prova per chi ha già più esperienza”, assicura il tecnico Margherita Ventura, al suo debutto ufficiale sulla panchina degli estensi dopo una lunga (e vincente) esperienza nelle giovanili della Fortitudo Bologna.Oltre alla Ventura, lo staff estense sarà composto dal coach Gianluca Carlotti, dal general manager Fabio Abetini e dal presidente Bibi Squarzanti, mentre Gianluca Regazzi (per tutti “K”, strike out, più che un nome una garanzia) seguirà da vicino i giovani lanciatori.
In preparazione alla Winter League, domenica 17 gennaio la squadra estense ospiterà in casa i pari età di Ravenna, per un test match amichevole. Ferrara riparte dall’ultimo impegno ufficiale, il Torneo Valmarecchia, dove si era classificata a un ottimo secondo posto.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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