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di Francesca Ambrosecchia

Tre quaderni dai quadretti lunghi e stretti, di quelli che non si trovano più nelle cartolerie. Pieni di parole, note a piè di pagina e correzioni di un intenso inchiostro blu e talvolta verde. Si tratta di un manoscritto originale. Una storia racchiusa in tre quaderni dai quali traspare, con chiarezza, la mente, la creatività e il genio di quello che Gianni Venturi definisce uno scrittore europeo, non solo italiano e ferrarese: Giorgio Bassani. Si tratta del romanzo ‘Gli occhiali d’oro’, da oggi anche noto come “Una brutta fine” (scritta che compare sui quaderni che compongono il manoscritto).

È questa la terza donazione che Portia Anne Prebys fa al Comune di Ferrara, città in cui l’autore ha vissuto l’infanzia e il periodo dell’adolescenza e alla quale rimase per sempre affezionato, con lo scopo di arricchire il materiale che sarà possibile consultare e visitare presso il Centro Studi Bassaniani di cui la stessa è curatrice insieme a Venturi. Alla conferenza, che si è tenuta giovedì 9 marzo presso la Residenza Municipale di Ferrara, Portia Prebys ha ribadito più volte lo scopo di tale donazione: “mettere il manoscritto a disposizione dei posteri”, permettere la sua fruizione tramite la quale si entrerà in contatto diretto con il romanziere. La consegna del romanzo originale è stata in tale circostanza formalizzata dinnanzi al notaio con la presenza del Sindaco Tiziano Tagliani, il dirigente del Settore comunale Attività culturali Giovanni Lenzerini e il dirigente del Servizio comunale Musei D’Arte antica e Storico scientifici Angelo Andreotti.

Si tratta di testi che datano ormai sessant’anni e che la stessa Prebys ha acquistato recentemente da un privato. Non se ne conosce la loro storia e da ciò è facilmente deducibile come il traffico commerciale di opere letterarie piuttosto che artistiche sia ampiamente diffuso. Un alone di mistero e incertezza che incuriosisce pensando che Bassani aveva la tendenza a regalare i suoi manoscritti a persone a lui care. Eccezione è data da ‘Il giardino dei Finzi Contini‘ che Bassani regalò al nipote e che rimase a casa di questo fino all’avvenuta donazione al nostro Comune. Entrambi i manoscritti sopra citati vanno così a far parte del ‘Lascito Prebys’, fondo costituito nel 2014 in memoria dell’autore che sarà conservato presso Casa Minerbi in Via Giuoco del Pallone. Quest’ultima diverrà sede del Centro studi Bassaniani e dell’Istituto di Studi Rinascimentali: grande sarà l’opera di catalogazione per riunire tutte le opere di Bassani in un’unica sede. I lavori di ristrutturazione procedono ma la data di apertura di Casa Minerbi non è ancora stata ufficializzata.

La situazione è questa: il bilancio del Comune è stato approvato ma spesso, a dire dello stesso Lenzerini, le tempistiche della pubblica amministrazione non collimano con l’entusiasmo che si può avere nei confronti di una data iniziativa. Effettive sono talune problematiche in ambito amministrativo e tecnico, riguardanti per esempio l’impiantistica e l’ascensore che dovrà essere presente nella struttura, sicuramente di fondamentale importanza a livello di garanzie di accessibilità. Il Centro Studi promuove, come sottolinea Venturi, un lavoro minuzioso e scientifico sulle opere grazie al quale aspetti di queste ultime vengono colti. Grazie a ciò l’opera di Bassani ‘Dietro la porta’, il romanzo che appare il più ferrarese di tutti e dove si trova una profonda coincidenza tra autore e personaggio protagonista, trova corrispondenze ne ‘L’uomo senza qualità’  e ‘I turbamenti del giovane Torless’ dell’austriaco Robert Musil. È in ritrovamenti di questo tipo che la storia della letteratura e di un autore così importante per la nostra città riaffiora.

Ci sono cose che solo la carta può trasmettere e può permettere di analizzare e oggi è andato perso con gli strumenti di scrittura digitale. Talune frasi scritte in stampatello, ricorrono più volte quasi a indicare una fissazione, è su quelle frasi che inevitabilmente l’occhio si ferma, su quelle pagine ingiallite dal tempo e sui loro curiosi giri d’inchiostro.

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Redazione di Periscopio


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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