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Da: Ufficio Stampa CNA

“I dati che abbiamo raccolto dimostrano che il sistema produttivo del nostro territorio ha energia e vuole riprendere. Gli imprenditori dimostrano anche un forte orgoglio, sia riguardo alla propria azienda, sia riguardo al proprio personale, che non vogliono assolutamente abbandonare. E tuttavia, intervenire è necessario, e soprattutto non è permesso sbagliare”.

Davide Bellotti, presidente di Cna Ferrara, commenta così i risultati del sondaggio “Cosa ci aspetta a settembre?” lanciato dall’associazione tra i propri iscritti. Un questionario in due parti, a cui hanno risposto 512 imprese, che definisce una fotografia in tempo reale delle attese degli imprenditori.

“Abbiamo fatto una scommessa – spiega il direttore Diego Benatti – chiedendo alle imprese cosa si aspettano per settembre: ne è emersa la necessità di un impegno, da parte delle associazioni e delle istituzioni, per fare le cose giuste ed evitare che un 20-25% di aziende dopo l’estate vadano definitivamente in crisi e non possano più rialzarsi”

Nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati del sondaggio, il Presidente Bellotti ha illustrato le sei priorità (i sei pilastri) che Cna considera prioritari per consentire alle imprese di ripartire.

“È necessario – ha spiegato – impostare un patto territoriale che prenda atto della necessità di far lavorare prioritariamente le imprese ferraresi. In questa chiave vanno riviste anche le logiche che presiedono all’assegnazione degli appalti. Bisogna studiare forme di incentivazione al mantenimento dell’occupazione, per esempio attraverso un bando multidisciplinare, dando più spazio al tempo determinato”

Non vanno dimenticate tre priorità strategiche di natura generale: la riduzione della burocrazia, una riduzione strutturale della fiscalità locale, e una revisione delle modalità di accesso al credito. “Se il metro di giudizio per la concessione del credito continuerà ad essere il rating aziendale, invece dell’andamento complessivo dell’azienda, del progetto che porta avanti, delle sue potenzialità, non andremo da nessuna parte. Il sistema pubblico deve mettere in condizioni le banche di adottare criteri nuovi per la concessione del credito alle imprese”.

I risultati del sondaggio

Pensi che il sistema Ferrara, dopo l’estate, riuscirà a riprendersi? A questa domanda il 37,6% risponde che ci vorranno mesi, forse anni per ripartire, il 49% risponde “Ci riusciremo, ma con grande fatica e sacrifici”.

Sul fatturato: il 70% degli imprenditori pensa che quello della sua azienda peggiorerà, e un altro 23% si aspetta che rimanga invariato.

Tuttavia, il 73,9% degli imprenditori ritiene che il personale della sua azienda rimarrà invariato, confermando la volontà di tutelare i propri dipendenti.

Infine, il 62,4% degli imprenditori spera di non dover ricorrere a nuovo credito, mentre solo il 12,7% è sicuro che non lo farà.

Nella seconda parte, CNA ha chiesto alle imprese di dare un giudizio sull’operato del governo, del proprio comune, della regione Emilia Romagna, della stessa CNA. Complessivamente negativo il giudizio medio sul governo, tra sufficiente e positivo il giudizio su Comune e Regione, nettamente positivo il giudizio sull’operato di CNA Ferrara.

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CNA FERRARA


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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