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6 Maggio 2016

Beyond#Che_GuEv4ra

Tempo di lettura: 3 minuti


Il mondo del 2016 è un posto particolarmente duro per un giovane vecchio brontolone.
Ma noi gio-vecchi brontoloni abbiamo le spalle larghe.
Oggi l’Ansa ci fa notare che Beyoncé si è schierata contro la legge anti-gay del North Carolina.
Potevamo avere dei dubbi a riguardo?
Certo che no.
Beyoncé è buona e cara, Beyoncé è una di noi.
Beyoncé ha le corna, Beyoncé spacca i vetri delle macchine nei video, Beyoncé fa la cacca, Beyoncé che fa da mangiare, Beyoncé fa la dieta, Beyoncé che ha cotto il razzo (cit.) ma soprattutto: Beyoncé #che fa la popstar in modo critico.

Brano: “Capitalism” degli Oingo Boingo
Brano: “Capitalism” degli Oingo Boingo

Sembrano lontanissimi i tempi in cui Beyoncé era solo una bambina Disney che ci vendeva la Pepsi.
Ma il tempo passa per tutti e com’è successo per un Jovanotti ora anche Beyoncé ha ricevuto la propria medaglia di nuovo vitello d’oro del progressismo 2.0 tout court.
Beyoncé e il suo gigantesco apparato schiacciano tutto come uno di quei megaSUV ciucciapetrolio che si vedono nei video hip hop.
Siamo tutti felici di vedere questa quasi signora afroamericana che si esprime a favore delle minoranze facendo un sacco di soldi.
Perchè è davvero meraviglioso scoprire che il capitalismo è alla portata di tutti, soprattutto in un paese basato sul genocidio e sulla schiavitù.
Quindi complimentoni a Beyoncé che rende ancora più obsolete certe vecchie carampane pesantone come Angela Davis.
Beyoncé e il suo mostruoso apparato sanno bene che cos’è questo scenario post-post-Orwell che è il 2016.
E noi ne siamo felici mentre sculettiamo in tutto il mondo al suono del fantastico nuovo video album di Beyoncé.
A questo punto spero che inizino a fare una serie di film tipo “Maciste contro tutt*”, “Machisti contro Beyoncé” e, perchè no, anche “Beyoncé contro Godzilla” perchè altrimenti si diventa troppo seri e nel 2016 questo non va affatto bene.
La razza umana è strana forte.
Mentre siamo in un mare di cacca fino al collo – cacca causata anche da tutto ciò che è dietro, dentro, attorno a Beyoncé – la razza umana, come sempre, guarda le offerte del supermercato.
E le offerte del supermercato parlano chiaro: Beyoncé non contiene olio di palma, come il genuin.mo Dave Grohl.

A questo punto, per il bene dell’umanità, Beyoncé dovrebbe lasciare quel cattivone di suo marito per poi sposare Dave Grohl con Papa Francesco a officiare il rito.
Solo così, finalmente, avremo un’America e quindi un mondo perfettamente integrati, bianchi/neri tutti uguali, un mondo privo di tutti gli -ismi immaginabili.
E tutto questo senza pesantezze marxiste.
Ce ne potremo stare seduti tranquilli al nostro posto, portando avanti le nostre vite di sempre, che tanto ci penseranno Beyoncé e il suo futuro marito a fare il lavoro sporco per noi.
Lavoro sporco ma pulito.
W Beyoncé, la rivoluzionaria incolore e indolore che ci semplifica la vita, w il suo futuro marito buono come il pane senza glutine.
Via col pezzo a tema.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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