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Da: Organizzatori
Giovedi 11 aprile 2019 Ore 16.30, a cura di Paolo Micalizzi
MASSIMO SANI – LA STORIA IN TELEVISIONE
Comune di Ferrara – Este Edition
Dialogherà con l’autore il Direttore della Cineteca di Bologna Gianluca Farinelli
Aprirà l’incontro il Vice Sindaco Massimo Maisto
Saranno presenti la moglie e i figli di Massimo Sani
Dai primi cortometraggi ferraresi, realizzati negli anni ’50 da cineamatore indipendente, alla grande Storia per la Televisione italiana e tedesca: questo il prestigioso percorso autoriale di Massimo Sani tracciato dal critico e storico del cinema Paolo Micalizzi attraverso testi dello stesso regista, immagini, documenti e testimonianze. Un percorso che ricostruisce non solo l’attività cinematografica e televisiva di Massimo Sani ma anche quella associazionistica che a Ferrara si era sviluppata nei circoli cinematografici e musicali ed a Roma con incarichi di prestigio nelle associazioni italiane ed europee degli autori cinematografici e dell’audiovisivo.
L’avventura nel cinema e nella televisione ebbe inizio con i due cortometraggi realizzati nell’ambito del Cineclub Fedic Ferrara “Incontro sul fiume” e “Nozze d’argento” girati insieme ad Ezio Pecora che ebbero grande successo riscuotendo premi a livello nazionale ed internazionale. “Incontro sul fiume” esordisce al Festival di Montecatini del 1954 ricevendo il Trofeo Fedic per il miglior film a soggetto, sezione esordienti, che fu consegnato ai due autori ferraresi dal famoso regista Alessandro Blasetti. Nel 1955 quando “il regista con gli stivali”, come veniva chiamato nel cinema, si recò nello stabilimento petrolchimico ferrarese per realizzare il documentario “Miracolo a Ferrara”, sulle origini delle materie plastiche, ebbe modo d’incontrare Massim Sani, che ivi lavorava come ricercatore chimico e lo volle come assistente alla regia. Fu un’occasione straordinaria per Massimo Sani che lo indusse a trasferirsi a Roma dove ricevette da Enzo Biagi l’incarico, grazie alla sua conoscenza del tedesco, di essere il Corrispondente in Germania per i periodici Mondadori ed in particolare per il settimanale “Epoca”. In Germania realizzò anche alcune inchieste per la televisione italiana e tedesca che lo avviarono ad una carriera di regista televisivo, particolarmente dedicato alla Storia. Tra i film -inchiesta realizzati “La giustizia tedesca di fronte al nazismo”(1964), “Berlino 1937:Arte al rogo”(1967),”Torino, mezzo secolo”(1967), “Nelle terre del Delta: uomini e Po”, “La controriforma e i Gesuiti”(1977),”L’Italia in guerra”(1983), “Prigionieri”( 1987), “Ieri la guerra, oggi la pace”(1990), “Quell’Italia del ‘43”, “Roma 1944: l’eccidio alle cave ardeatine”(1994), “Un futuro per la memoria”(1996), “Rileggiamo la grande guerra. I fatti di Caporetto”(2007). Per aver diffuso la cultura e la letteratura italiana in Germania e quella tedesca in Italia operando cosi per plasmare il futuro dell’Europa, nel 2015 gli è stato conferito all’Ambasciata tedesca a Roma il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania. Nel libro, curato da Paolo Micalizzi figurano anche gli interventi di Massimo Sani in ricordo di alcuni autori ferraresi dei quali era amico: Michelangelo Antonioni, Florestano Vancini, Antonio Sturla, Ezio Pecora, Renzo Ragazzi, Fabio Pittorru. Ed anche le testimonianze di familiari e collaboratori della sua attività televisiva, oltre ad una sua biografia e filmografia che testimoniano quanto sia stata intensa e qualificata la sua presenza nella cultura italiana del Novecento. Una ricchissima documentazione che testimonia l’attenzione con la quale Paolo Micalizzi ha seguito la carriera di Massimo Sani, che può ulteriormente essere approfondita oggi nell’apposito Fondo , a cura di Massimo Marchetti, costituito all’Istituto di Storia contemporanea di Ferrara

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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Francesco Monini
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