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Da: Ufficio Stampa Sabap-Bo

Iniziativa della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara nell’ambito della XVI edizione della “Festa internazionale della storia”

Bologna. Palazzo Dall’Armi Marescalchi (via IV Novembre, 5)
Giovedì 24 ottobre 2019, ore 16

La memoria delle vicende dei Dall’Armi e dei Marescalchi negli ambienti del palazzo di famiglia a Bologna

Visita guidata al palazzo seicentesco dei Dall’Armi ridisegnato nell’Ottocento da Ferdinando Marescalchi. A cura della storica dell’arte Patrizia Farinelli.

Curiosità e splendori degli abitanti della sontuosa residenza voluta dal senatore Aurelio Dall’Armi all’inizio del Seicento e ridisegnata nell’Ottocento da Ferdinando Marescalchi.
Un viaggio di tre secoli nella Bologna che fu, tra storia, gusto, economia e società.
Alcune stanze del piano nobile conservano affreschi di Guido Reni e della scuola dei Carracci, mentre la raffinata sala ovale ha la volta decorata dal celebre pittore neoclassico Felice Giani (1758-1823), e raffigura episodi del primo libro dell’Eneide con al centro il banchetto di Enea e Didone.
Risale invece alla fine Ottocento – inizi Novecento la decorazione della cosiddetta stanza “verde” che reca agli angoli le raffigurazioni dei quattro continenti (America, Oceania, Asia e Africa) e le novità tecnologiche dell’epoca, come linee elettriche e locomotive.
L’illustrazione darà conto della storia del contesto urbano, dell’edificio e delle decorazioni tuttora visibili nel palazzo acquisito nel 1961 dal Ministero del Tesoro e destinato, dopo il restauro, ad ospitare gli uffici dell’ex Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici, oggi Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Max 50 partecipanti, prenotazione obbligatoria sabap-bo.stampa@beniculturali.it
(n.b. lasciare anche un recapito telefonico e attendere e-mail di conferma)

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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