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Da: Ufficio stampa Festival della Comunicazione
Si apre venerdì 16 ottobre la quinta edizione del Festival della Partecipazione con tre giorni di laboratori, conferenze, dibattiti, momenti aggregativi e artistici. Una fabbrica per costruire le nuove forme della politica, della democrazia partecipativa e dell’attivismo civico quest’anno, per la prima volta, in una forma ibrida che prevede la completa fruizione del Festival in digitale con alcuni eventi completamente online e altri in streaming e in presenza. Promosso da ActionAid Italia, Cittadinanzattiva, Legambiente e UISP, in collaborazione con Slow Food e la Fondazione per l’Innovazione Urbana, con il contributo del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna, il Festival è uno spazio inclusivo e aperto che intende contribuire alla trasformazione del Paese attraverso il ruolo attivo dei cittadini e la tutela dei loro diritti. Tutti gli eventi online e ibridi del Festival saranno completamente disponibili in diretta streaming gratuita sul sito del Festival e sul canale Facebook.
A fare da traccia al Festival, il titolo scelto per il 2020: “La Partecipazione nella società del rischio”. L’emergenza Coronavirus ha reso evidente che viviamo in società diverse da quelle che molti raccontano. Sono società nelle quali aumentano i rischi e le diseguaglianze e nello stesso tempo diminuisce la capacità degli stati di fronteggiarli garantendo sicurezza e parità di condizioni ai cittadini, mentre il mercato crea più problemi che soluzioni e il mondo della scienza e della tecnica spesso non offre le attese certezze. Le molteplici forme di attivismo civico di questi ultimi mesi hanno costituito una potente quanto scarsamente considerata infrastruttura democratica, che ha garantito informazione, soccorso e assistenza non solo materiali, costruzione e ricostruzione di legami sociali, voce e tutela di soggetti abbandonati, richiamo alla realtà delle istituzioni, supporto a operatori e lavoratori. Sarà la comunità bolognese ed emiliana e i tanti cittadini attivi da ogni parte d’Italia e d’Europa a trovare risposte innovative divenendo protagonisti di tavole rotonde, incontri online, lectio magistralis e percorsi partecipati. Il Festival è quindi il luogo in cui vengono esercitati poteri, responsabilità e diritti: il potere di narrare come sono andate le cose, la responsabilità di ridefinire che cos’è e a che cosa serve la partecipazione dei cittadini, il diritto di concorrere a indicare una strada per il futuro che investa l’ambiente, le condizioni di lavoro, gli spazi privati e quelli pubblici, le regole di convivenza, il sistema dei servizi essenziali, l’uso della trasformazione digitale, la comunicazione.
Si inizia venerdì 16 ottobre alle 15 con l’evento online “Scuole e territori: impariamo dal lockdown”, forum di confronto e scambio di esperienze tra diversi soggetti che, in assenza di una risposta istituzionale dedicata, si sono mobilitati per dare risposte concrete ai bisogni di bambini, bambine e adolescenti. Tra gli eventi da segnalare: quello dedicato al ruolo delle donne nella gestione della pandemia tra decreti e partecipazione con Laura Menicucci, direttrice generale del Dipartimento per le Pari Opportunità; quello sulle reti civiche e di mutuo aiuto nella gestione dell’emergenza, che vedrà la realizzazione di workshops da parte dei rappresentanti dei progetti nazionali e locali mappati tra organizzazioni e associazioni allo scopo di comprendere come garantire la partecipazione democratica nelle situazioni di emergenza e riflettere su quanto è accaduto durante le mobilitazioni delle realtà civiche diffuse nel territorio nazionale; e inoltre il tema della sanità e dei malati ordinari con PierPaolo Sileri, Vice ministro alla Salute e Francesca Puglisi, sottosegretaria al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, offrirà lo spunto per riflettere su come organizzare i servizi socio-sanitari in modo da coinvolgere tutti gli attori della comunità.
Sabato 17 ottobre i temi della crisi climatica e del rapporto tra emergenze e democrazia saranno affrontati in due eventi rispettivamente dalle ore 15 e alle 18.30. Due saranno i panel online dedicati a “Le sfide globali di fronte alle quali ci pone la crisi climatica” e “Temi e conflitti dai territori per un cambiamento europeo e nazionale: partecipiamo al cambiamento!” in cui si alterneranno rappresentanti internazionali – dalla Bolivia, Zimbabwe e Giappone – e nazionali – da Emilia-Romagna, Veneto e Basilicata – di associazioni, organizzazioni e movimenti impegnati nella lotta al cambiamento climatico. Nell’evento “Emergenze e democrazia: il rapporto tra superamento della crisi e fiducia nel potere politico” ci si interrogherà sugli effetti che l’emergenza Covid-19 ha avuto e avrà sul potere e i meccanismi di scelta democratici, con particolare focus sulle elezioni comunali e regionali in Italia, le presidenziali negli Stati Uniti e le elezioni del 2021 in Germania. Tra i partecipanti: Alberto Fernando Gibaja, ricercatore del Centro di Ricerca IDEA, Elly Schlein, Vice presidente della Regione Emilia –Romagna, e Jasmine Cristallo, attivista dell’Associazione 6000 Sardine.
La giornata conclusiva di domenica 18 ottobre si concentrerà sui nodi della scuola e della filiera alimentare. Alle 10 Anna Ascani, Vice ministra dell’Istruzione, e Vittoria Casa, Presidente VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, parteciperanno all’evento “Riparte la scuola, se cambia. La sfida dei patti educativi territoriali” che vedrà un confronto politico sulle sfide del futuro della scuola e dell’istruzione, sui necessari investimenti e sul ruolo del Terzo Settore nell’ambito dei patti educativi territoriali. Alle 12 sarà la volta di “La doppia crisi delle e degli invisibili: le distorsioni della filiera alimentare ai tempi di Covid-19” in cui ci si interrogherà sul rapporto tra partecipazione e filiera agroalimentare: la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici, delle associazioni e dei consumatori può rendere equa la filiera agroalimentare? L’evento conclusivo dalle 18 sarà l’occasione di un dibattito a cura delle organizzazioni promotrici del Festival sul tema “Follow the money”, con l’obiettivo di mobilitare le organizzazioni civiche di ogni tipo e scala di operatività, ma anche i media e i più diversi attori della società civile per “adottare” e monitorare l’implementazione di una delle opere o dei progetti che verranno finanziati dal Recovery Fund.
Il programma culturale sarà animato ogni sera da teatro e musica: si parte con la copertina artistica di Maura Gancitano e Andrea Colamedici, Tlon, che apriranno la serata lasciando poi spazio a una performance di teatro e musica degli Oblivion Live con “Cinque contro tutti” in Piazza del Nettuno. Sabato sarà la volta del doppio spettacolo – pomeridiano e serale – di Ottavia Piccolo “Donna non rieducabile” sugli scritti di Anna Politkovskaja al LabOratorio San Filippo Neri. Il Festival si chiuderà con la copertina artistica di Claudia De Lillo, in arte Elasti e da una performance di rap e parole di Frankie hi-nrg mc. Per tutta la durata del Festival in Piazza Umberto Eco sarà possibile visionare in anteprima la mostra del fotografo Colin Dutton realizzata in collaborazione con il Festival Cortona On The Move nell’ambito del progetto “The COVID-19 Visual Project. A Time of Distance”, un racconto corale della pandemia e del modo in cui questa ha influenzato le nostre vite.
Per il secondo anno il Festival promuove la Masterclass #ioPartecipo come momento di apprendimento e formazione dedicato a 100 giovani tra i 16 e i 26 anni. Dalla prima edizione 10 giovani partecipanti hanno raccolto la sfida di essere coach e, attraverso incontri di formazione e co-progettazione, hanno individuato i temi e contribuito alla definizione dell’edizione 2020 che si svolgerà dal 24 ottobre al 30 novembre a L’Aquila e su Zoom.
La quinta edizione del Festival è stata presentata oggi a Palazzo D’accursio a Bologna durante una conferenza stampa che ha visto la partecipazione dell’assessore alla Cultura e Immaginazione Civica della Città di Bologna Matteo Lepore, di Antonio Chierchi, Legale rappresentante di Slow Food, Vincenzo Manco, Presidente UISP e Francesca Zambito, PM del Festival della Partecipazione.
“ActionAid ha fortemente voluto che la quinta edizione del Festival della Partecipazione non fosse rimandata a tempi meno incerti, ma che vedesse la luce proprio in questo 2020, l’anno apparentemente meno adatto per l’organizzazione di momenti e forme di aggregazione sociale. La partecipazione per ActionAid rappresenta il cardine fondante della propria metodologia di intervento e precondizione e valore aggiunto per garantire a tutte le cittadine e i cittadini una democrazia di qualità. Proprio nell’anno in cui si è reso evidente che viviamo in una società del rischio, dove la diseguaglianza aumenta di pari passo alla diminuzione delle capacità dello Stato di mettere tutti in sicurezza garantendo pari condizioni e pari diritti, il Festival della Partecipazione può essere il luogo in cui vengono esercitati poteri, responsabilità e diritti di cittadine e cittadini resilienti, consapevoli e responsabili che possano tracciare una strada per il futuro. Forti di questa convinzione, ActionAid e gli altri partner del Festival hanno quindi non solo confermato il loro impegno per mettere in piedi il Festival, ma hanno deciso di rilanciarlo in un nuovo territorio e con forme innovative, in grado di garantirne la fruizione al di là della partecipazione fisica in un luogo preciso”. Dichiara Marco de Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia
 
“Partecipazione, solidarietà, cittadinanza attiva. Mai come in questo periodo difficile che il Paese e il resto del mondo stanno vivendo, queste tre parole e azioni – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sono state così importanti e particolarmente sentite dai cittadini, che in prima persona, rispettando le regole anti-covid, si sono rimboccati le maniche mettendosi al servizio del prossimo e della comunità. Lo abbiamo visto e vissuto nei mei mesi più difficili dell’emergenza coronavirus, ma anche in quelli post lockdown con tantissime persone e volontari che hanno fatto rete per aiutare la comunità senza fermarsi mai. Lo abbiamo visto anche qualche settimane fa con la nostra storica campagna “Puliamo il Mondo” e con “Puliamo il mondo dai pregiudizi”, quest’ultima promossa insieme a 40 associazioni, alle quali in tantissimi hanno voluto partecipare per lanciare insieme a noi un messaggio di speranza e di futuro sostenibile al Paese. Siamo convinti che il Festival della partecipazione, in programma dal 16 al 18 ottobre a Bologna e dedicato quest’anno alla partecipazione nella società di rischio, possa dare e portare un contributo importante al Paese proprio attraverso la chiave dell’attivismo civico”.
 
“Oggi, in un mondo dominato dall’incertezza, con ancora più forza e convinzione Slow Food crede che per avviare un effettivo e concreto cambiamento si debbano unire le forze e creare sinergie. È il momento della partecipazione vera, attiva, organizzata, è il momento di disegnare un futuro in cui conversione ecologica, sostenibilità, protezione dell’ambiente, istruzione di qualità per tutti, benessere e rispetto delle persone siano la normalità e non il sogno di pochi” sostiene Raffaella Donati, Consigliere nazionale di Slow Food Italia
 
“L’emergenza sanitaria ha fatto emergere, una volta di più, la necessità della partecipazione dei cittadini nelle scelte e nelle politiche pubbliche: sia nella forma dell’attivismo civico; sia nella forma del coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni e nella programmazione delle istituzioni. E va loro garantita una partecipazione di qualità: che sia inclusiva, che ceda loro potere, che sia orientata al cambiamento della realtà, che sia accountable” dichiara Anna Lisa Mandorino, vice segretario generale di Cittadinanzattiva
Per informazioni e interviste:
Linda Dorigo – Ufficio Stampa Festival della Partecipazione
371.4920196
comunicazione@festivaldellapartecipazione.org
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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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