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Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Sono stati tolti ieri sera, durante il consiglio comunale di Bondeno (che ha visto presenti anche le telecamere di Rai Tre) i veli sul bilancio di previsione triennale 2020-2022. L’ultimo di questa legislatura e, di conseguenza, carico di attese. L’assessore al bilancio Emanuele Cestari passa in rassegna numeri e obiettivi. Cita «le opere, i programmi e il costante calo dell’indebitamento, ridotto di 7 milioni dal 2011 al 2019 per effetto delle politiche virtuose adottate», commenta Cestari.

Riduzione anche per le spese del personale, per effetto delle esternalizzazioni di biblioteca e asilo nido, che «hanno però confermato la qualità di tali servizi e permesso una maggiore flessibilità di gestione». Riduzione dei costi anche per via dei pensionamenti (sette) in parte coperti dai concorsi (come quello degli agenti di polizia locale). Tra le opere programmate figurano: la ricostruzione post-sisma del municipio, per 700mila euro, interventi di manutenzioni per le scuole dell’infanzia e le primarie, per 75mula euro; l’intervento previsto negli spogliatoi del centro sportivo Bihac, per 80mila euro, e quello al bocciodromo (quantificato in 150mila euro). «Procediamo nel percorso di modernizzazione dei numerosi impianti sportivi – avverte il vicesindaco Simone Saletti – visti la quantità di discipline svolte e i crescenti standard di allenamento, necessitano di una puntuale revisione». Non solo scuole e impianti sportivi, comunque: risorse anche per il museo civico e Casa Ariosto (110mila euro), lo stralcio per la ricostruzione della Rocca Possente (571mila euro) e sulla viabilità. Un altro intervento corposo riguarderà i ponti del territorio: quello di Argine Diversivo e quello di Santa Bianca, con quest’ultimo che avrà un costo complessivo di circa 900mila euro, in larga misura finanziati da contributi statali. A bilancio anche i 2milioni e 260mila euro che saranno necessari alla ricostruzione post-sisma di Ponte Rana.

Centoventimila euro, infine, per interventi vari nei cimiteri del territorio. «Non abbiamo voluto incidere sulle tariffe, che manterremo calmierate, garantendo la stessa qualità dei servizi – puntualizza il sindaco Fabio Bergamini – e naturalmente abbiamo previsto risorse per sostenere i nostri nostri progetti qualificanti, che sono quelli che andranno a sostegno del lavoro (con la stabilizzazione dell’occupazione nelle imprese), lo smaltimento dei rifiuti agricoli e le misure a sostegno del commercio». Il 12 dicembre è prevista la discussione, ed entro il 10 dicembre (ore 13) sarà possibile presentare gli emendamenti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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