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Da: Comune di Bondeno.

Un progetto di ascolto alla cittadinanza bondenese che , in questo momento , ha la necessità di un supporto, anche psicologico, in conseguenza al distanziamento sociale e al cambio repentino di abitudini che l’isolamento necessario per il contrasto del coronavirus porta con sé.
“In seguito alle tante chiamate ricevute in Municipio in questi giorni – afferma il Sindaco facente funzioni Simone Saletti – abbiamo rilevato la necessità di alcuni cittadini di esternare le loro legittime paure . L’ascolto è un fattore importante, specie in queste situazioni. Per i cittadini, essere ascoltati significa compiere il primo passo in un percorso che serve a dare forma alle ansie quotidiane e alla paure.” Recepito il bisogno, l’amministrazione comunale si è attivata per creare un team di supporto psicologico telefonico e via Skype in grado di coprire una fascia oraria molto ampia, tale da costituire un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini.
L’assessore alla cultura e alle pari opportunità Francesca Aria Poltronieri ha contattato personalmente tutti gli psicologi iscritti all’ Albo del territorio comunale e d ha chiesto loro di mettere a disposizione la propria professionalità , dedicandola a questo nuovo progetto.
“Ringrazio tutti i nostri collaboratori, che sono persone altamente competenti e qualificate, pronte a rispondere alle chiamate delle persone e ad orientarle in questo momento di estremo bisogno . Gli psicologi – spiega Poltronieri entrando nel merito – sono 8 e saranno disponibili dalle 9 del mattino alle 19.30, il lunedi, il mercoledi e il venerdi, a partire da lunedi 23 marzo “. Si tratta di un inizio, visto che “Terremo monitorata la situazione al fine di implementare il servizio qualora risultasse necessario “ , prosegue Saletti . ” Stiamo lavorando puntualmente a questo progetto – dice – e ad altre iniziative che mirino a garantire il benessere dei cittadini dentro le mura di casa ; come abbiamo già fatto , del resto, con i progetti di assistenza ai compiti , attraverso Spazio 29, o con il servizio di consegna a domicilio di spesa e farmaci a cura della cooperativa Ape System . Perché, mai come in questo momento, l’unione può fare la forza “ .

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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