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Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

La Lega è scesa ufficialmente in campo, ieri mattina, con la presentazione della sua lista di candidati al Consiglio comunale, per le Amministrative del 20-21 settembre. Diverse le novità, come l’ingresso in lista di Mauro Guerrini, Stefano Cristofori e Rina Furini, così come molte sono le conferme: i consiglieri uscenti Dugles Boccafogli, Daniele Bernini, Ornella Bonati, Sergio Bonifazi, Gordano Mantovani, assieme agli assessori Emanuele Cestari e Francesca Piacentini, mentre Fabio Bergamini sarà il capolista. «Vengo da un’esperienza di amministrazione durata cinque anni, in cui abbiamo portato a casa opere importanti (scuola antisismiche, strade, un ponte atteso dal 1985), ma in cui ho apprezzato ancora di più il valore di incontrare i miei concittadini – ha detto Fabio Bergamini –. Mentre porto mio figlio all’asilo, oppure durante il caffè in pausa pranzo. E’ in queste occasioni – ha detto Bergamini – che puoi ascoltare dalla loro voce attese e idee, delle quali fare tesoro per lavorare per la comunità. Una comunità – ha continuato – che mi ha dato 1095 preferenze alle elezioni regionali, premiando il lavoro di squadra svolto sul territorio. Una squadra che, ne sono certo, saprà fare bene anche con il sindaco Simone Saletti». Il Segretario locale del Carroccio, Emanuele Cestari, ha ricordato ai presenti i risultati raggiunti nella legislatura: «la riduzione dell’indebitamento del Comune per 1,5 milioni di euro, e il lavoro per mantenere l’imposizione fiscale al di sotto dei centri vicini». Un’opera di cesello che ha portato i propri risultati, parallelamente a quanto è stato fatto nella realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali rivolti alle fasce più deboli. Risultati rivendicati dall’assessore uscente, Francesca Piacentini. «Senza lasciare indietro nessuno – ha detto Piacentini – ascoltando le esigenze della gente. Dove non sono arrivati i fondi statali, sono state utilizzare risorse locali». Un esempio della progettualità portata avanti in questi anni dall’Ente locale è stata, ad esempio, la conferma della riapertura delle scuole del territorio (in presenza) il 14 settembre, senza rischi di interruzione per la didattica, vista la collocazione del voto nella settimana successiva. Come sedi elettorali non saranno impiegate le scuole dell’Istituto comprensivo, bensì le ex Scuole di Piazza Aldo Moro e dell’ex Scuole di Scortichino.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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