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Gramsci captò lo spirito almeno rivoluzionario del futurismo storico originario e di Marinetti in particolare: ma la storia da rifare oggi appare quantomeno indicibile, molto complessa, oltre al discorso topico futurismo, s’infrange tutt’oggi nel negazionismo da “Sinistra” post 1944 (la morte di Marinetti e la fine del futurismo storico propriamente detto, ma non del futurismo…) per l’equazione sciagurata e mistificatoria Futurismo Fascismo; i files incompiuti di Gramsci captavano anche clamorosamente il modernismo fascista (nel male e nel bene) solo recentemente disvelato dai vari De Felice, Emilio Gentile.
Non a caso il tutto sullo sfondo di un Gramsci mediatico ante litteram, già oltre la dicotomia ideologica apocalittici e integrati poi ben nota – pur eccellente – di Umberto Eco, forse il miglior Gramsci in assoluto, capace di articolazioni e attraversamenti dialettici poi perduti spesso nella storia culturale della “sinistra” stessa in Italia e … tutt’oggi, persino fino alle news attuali di Matteo Renzi e lo stesso Beppe Grillo, per non parlare degli stessi Marco Pannella, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi.
Emergono dinamiche non negoziabili con i pur – in certo senso – interlocutori, un Socialismo semi-utopico assolutamente inedito, perturbante, subito, se anche solo articolato in termini puramente speculativi degno secondo la solita vulgata di qualche Siberia virtuale, certamente dei ben noti copioni, noti in Italia dopo la mezza farsa di Tangentopoli eccetera.
Sia ben chiaro, a scanso di equivoci: qua non si discutono alcune verità storiche: tuttavia tempo di revisionismi critici (Dna degli storici!) sul Mussolini socialista anche se, almeno dalle leggi razziali, mero reazionario e totalitario; sul Craxi già postmoderno, sebbene espressione della crisi politica italiana (ma generale, eventualmente anche per estensioni illegali) esplosa con Tangentopoli stessa; sul Berlusconi liberale cibernetico, nonostante e certamente – nei fatti – uomo di stato molto deludente (ma non per questioni private o per altro ventennio di probabile persecuzione giudiziaria ideologica…).
Va da sé certa storia indicibile del Socialismo italiano mai nato, attraversa dinamiche del genere. Alla luce del comunismo internazionale, piaccia o meno, esattamente totalitario antidemocratico e criminale come il nazionalsocialismo, la stessa eccezione italiana positiva del PCI fino a Berlinguer, almeno parzialmente fondamentale in Italia, sia concettualmente con il Gramsci possibile, sia per la Resistenza e la liberazione dal nazifascismo, sia per certo modernismo sociale vincente a favore del popolo italiano, non solo degli operai, nel secondo dopoguerra, va ormai riletta nello stesso solco virtuale del Socialismo progressista mai nato in Italia, figure scomode o meno, di ieri e di oggi.: Il Pci, stesso… quel che la Storia nei fatti verosimili legittima di downloadare oggi.
E la sequenza appare sconcertante ma verosimile: Mussolini fu il primo grande leader socialista, ruppe come noto nella prima guerra mondiale, il primissimo fascismo (vedi programma di San Sepolcro, ma in certa misura fu tale fino alle leggi razziali) files da più punti di vista sottovalutati, non ultimo la nascente rivoluzione mediatica – McLuhan stesso in certo senso docert, decenni dopo… (ma in America lo capirono persino negli anni 30!): Mussolini era anche Socialista e rivoluzionario.
Se ne accorse, come già accennato, persino Lenin che riteneva nel compagno futuro duce, l’unica figura rivoluzionaria politica in Italia ancora nel 1919! E s’incazzò praticamente con i socialcomunisti stessi.
Ebbene storicamente (ovviamente anche legittimo ma anche solo ideologico e già stile soviet…) l’ambivalenza letteralmente psicanalitica esplosa già con la rottura di Mussolini con il Partito Socialista da parte della “Sinistra” attraversa come un copione tutta la storia della Sinistra stessa italiana. Certo mito ancora forte in Italia, fascismo-antifascismo risale a quella faglia… e le scosse puntualmente non solo con il Comunismo sovietico diventarono Dialettica malata alla luce del Sole.
Persino con l’era Berlinguer… ogni nuova emersione di dinamiche politiche critiche da sinistra (almeno nominalmente ma non solo) al Partito… : Pannella era fascista, Craxi era fascista, persino Berlusconi era (ed è..) fascista (pur nel solco di Craxi … il premier del preteso da taluni secondo ventennio).
Con le novità di Matteo Renzi e Beppe Grillo, il ritornello sempre lo stesso, Renzi anche come Premier come la cronaca live ha registrato esplicitamente. Tutti fascisti quelli che rompono il Novecento ideologico a una dimensione in Italia, anche Renzi … Tutti demagogici tutti populisti tutti attentatori della Costituzione! Togliatti con la famosa amnistia ai fascisti nell’immediato secondo dopoguerra era più avanti di tanta intellighenzia “rossa” recente e attuale!
E guarda caso, fin dal primo Mussolini fascista di sinistra… altra costante insopportabile per certa Intellighenzia organica ieri, liquida ma nostalgica (nelle sinapsi se non nelle parole ovviamente rimodulate) oggi. La denuncia del collettivismo comunista, dell’essenza totalitaria del Comunismo! La priorità di una via Italiana sul serio, non Ogm soviet o postsoviet, del Socialismo o del Modernismo o del Progressismo, persino oggi dell’Ecoprogressismo potenziale post Web.
Ribadendo che tali files alla dinamite di cui sopra hanno oggi mero valore segnico e simbolico, ma fondamentale, per ben altri registri di sistema, sistemi operativi, tutti da esplorare e inventare, Matteo Renzi stesso e certa anti/Post politica post Internet, i primi come dire uploading in tal senso, riassumiamo, aggiungendo che Gramsci stesso, nella sua analisi allo stato nascente del futurismo, del primo fascismo, della prima ondata dei Media, captava ante litteram tale wireless marconiano….
E che scriverebbe oggi, cronaca live, Gramsci, in particolare su Matteo Renzi, Beppe Grillo, la Internet revolution, appena ieri la Pop Art e la rock pop revolution o la generazione delle discoteche e perrsino dei rave? Quel che oggi certa parasinistra intellettuale ancora liquida con epiteti antifascisti o radical chic, demagogia, populismo, certamente Gramsci , constatando milioni magari di italiani e lavoratori disoccupati difesi da certe caste d’oro o argento paladine del popolo, esplorerebbe certe dinamiche con analisi sorprendenti, complesse e critiche, ma non esorcistiche o peggio ostili inquisitorie.
Se i lavoratori e il popolo vivono e esprimono certi scenari, è il Partito, anche se liquido e postmodernissimo, che deve captare, capire, decifrare al passo con in nuovi bisogni (e sogni) che si manifestano! Gramsci amerebbe Andy Warhol e i Beatles e i Rolling Stones e i Pink Flooyd e David Bowie, (non l’acido lisergico del 68/77 degenerati, né i lifting cerebrali degl Intellettuali di Capalbio e di molti Istituti Gramsci!) E amerebbe la Internet Generation e la rivoluzione del Web…
Nuova Cultura popolare planetaria, una versione finalmente democratica almeno potenzialmente del fallimento de..l’Internazionale! Certamente, Natta… D’Alema, Veltroni, Prodi ecc, li getterebbe volentieri nel Mare di Sardegna! Matteo Renzi rottamatore gli piacerebbe e anche Grillo gli sarebbe come minimo simpatico… Non ultimo, raffinato intellettuale, pur amando anche la News epocale ambientalista ed ecologica… sorriderebbe violentemente verso certi teorici della Decrescita Felice, certi gesuiti “rossi” che sputano sempre sull’orrido consumismo (magari con gli Smartphone ultmo modello già prenotato!). La parola consumismo ricorda comunismo, una utopia fallita.
…Sempre meglio la pancia piena e gli scaffali dei supermercati e il sogno dell’abbondanza che presuppone oggi – concluderebbe Gramsci – anche il principio di precauzione ma nuovamente il Motore a energia solare del Progresso e del Futuro, in un tecnomondo con miliardi di esseri umani. E’ fallito il comunismo, ma non il progressismo, il socialismo mai venuto alla luce (non quello dei suoi tempi che sfociò nella svolta di Livorno). Il Netsocialismo?
Da Gramsci 2017…dell’autore (Armando editore, Roma, eBook 2014)

Info:
Ebook: http://www.armando.it/gramsci-2017
Recensione aprile 2017: http://www.cityandcity.it/tutti-gli-ismi-gramsci/
Convegno Ales Oristano Futurismo Neofuturismo 2013 Biblioteca Gramsciana: http://www.luukmagazine.com/gramsci-e-marinetti-un-inedito-dialogo/

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Roby Guerra

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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