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E’ uscito ‘Sensorium’ (edizioni Delos Digital, con splendide illustrazioni di Ksenja Laginja) di Sandro Battisti, fondatore della New Wave science fiction italiana cosiddetta Connettivista, già Premio Urania, da anni protagonista di una parola del/dal futuro tra le più radicali e sperimentali della fantascienza come scienza (per dirla con R. Giovannoli). Come in altre rotte già esplorate con i colleghi connettivisti, certo cosiddetto Sesso Quantico è ora suo focus privilegiato di questo romanzo potente e persuasivo e colmo di sublime desiderio elettronico e siderale.

Sensorium, già il titolo evoca una specie di intrigante LoveMachine dal futuro: un approfondimento su questo concetto?
È un’idea che ha subìto una gestazione pluriennale, prima di arrivare a questa forma attuale. Voglio dire, non è che all’inizio pensassi subito al concetto del “sesso quantico”, subivo più che altro le influenze dei party gothic in cui bellissime ragazze darkettone danzavano molto eroticamente al buio elettrico, in compagnia delle ombre elettrocculte; poi, il tempo passa e le suggestioni crescono, e aggiungere alla pietanza erotica le impressioni SF, poi le vibrazioni quantiche e infine la pura pornografia, molto spinta per la verità perché posta oltre la pornografia del BDSM, ha delineato il grembo in cui l’idea del sesso quantico è finalmente sbocciata, dopo almeno vent’anni di gestazione.
Chiarita quindi la genesi, posso solo aggiungere che dopo l’antologia Hai trovato orgasmi nel collettore quantico, edita da Kipple con me e Lukha B. Kremo alla curatela, in cui hanno trovato posto scrittori e scrittrici in egual misura, ho avuto la necessità di confrontarmi da solo col tema, io padre che dialoga col figlio. Ed è stato davvero il flusso che pensavo di esperire da molto tempo quello che mi ha conquistato, un nero BDSM di natura occulta che prende l’anima, un animale selvaggio che fa emergere l’oscuro e che contamina, spinge alla dominazione per una sottomissione da cui trarre piacere dell’anima, ma anche fisico: questo perché non riesco a non pensare al BDSM come a una disciplina occulta, a una sorta di evocazione in cui fluiscono sensi incarnati dalle dominazioni del disincarnato. Tutto ciò è annegato in un flusso quantico di realtà, e come potrebbe essere a quel punto una relazione sessuale vissuta su molteplici piani dimensionali, che collassano nel reale uno alla volta, in determinati istanti di Schrödinger? Questa è la domanda finale che ha dato vita a Sensorium.
In ultimo, il titolo della raccolta è nato dalla song omonima dei Fields of the Nephilim, un compendio goth di occultismo e alchimia che evoca i sensi, carnali e non, in perfetta crasi delle immagini che mi hanno animato durante la scrittura dei racconti poi splendidamente illustrati, devo dire, dalle tavole iconografiche di Ksenja Laginja, sublime interprete delle mie visioni e che ha usato una sua personale chiave di lettura, molto eterea e, al contempo, estremamente incarnata.

Sesso e Fantascienza, o meglio erotismo, binomio ancora sottomenu nella letteratura futuribile; qualche memo storico internazionale e italiano dell’argomento?
Devo ammettere che non ne so molto. Come l’editore Silvio Sosio sottolineava nel post di presentazione dell’opera, altri autori nei decenni scorsi hanno affrontato il tema. A cominciare da Philip Jose Farmer, ma anche Robert A. Heinlein e Brian W. Aldiss, in compagnia di John Norman e K. W. Jeter, come ha fatto notare Mario Gazzola su PostHuman.it, cui rimando per gli approfondimenti del caso. Ultimo ma non ultimo, caro Roberto, il tuo Moana Lisa cyberpunk, che sicuramente ha avuto un senso scatenante per il mio embrionale sesso quantico.

Scrittori di Science Fiction, prossimi alla vostra news connettivista, già da tempo parlano di sesso quantico: perché questo è un argomento così hot per voi?
Perché è una forma di sperimentazione molto acuta, profonda, intensa come poche altre e quindi, data la natura intrinsecamente sperimentale del collettivo, perché non provare? Ovvio, non tutti all’interno del Movimento sono affascinati da tali tematiche e come è sempre accaduto, ognuno la vede a modo suo: per esempio, non tutti v’intravedono il nero a contatto e lovecraftiano che vi ravviso io, e non tutti sono interessati a parlarne: forse non piace loro nemmeno speculare idealmente sulla materia erotica, ma la focalizzazione sperimentale del collettivo non viene minimamente intaccata da ciò. Nemmeno a dirlo, poi, nessuno è proprietario di quest’idea, sarebbe perciò bello farla fiorire anche fuori dai connettivi.

Forse in futuro, con la VR o la OloR, i maschi del futuro “copuleranno” con Marilyn Monroe o Demy Moore in carne e ossa, cloni femminili o virtuali, biotattili: Homo Ludens del futuro o alienazione sessuale?
O forse le donne vedranno e adoreranno in sessioni quantiche i loro idoli sessuali? Ci tengo a tenere l’altra metà del cielo, o meglio un altro dei tanti spicchi del cielo, alla pari con la parte maschile. Dignità per tutti, sarebbe stupido anche per un argomento simile non considerare egualitaria una categoria di attori, ed è alla fine il motivo principale per cui in Orgasmi nel collettore quantico abbiamo desiderato una parità di forze in campo e di visioni dissonanti, quindi non solo testosteroniche. Detto ciò, la componente quantistica potrebbe togliere molto senso umano alla tua domanda, e perciò al nostro futuro; è un po’ un orizzonte degli eventi quello che stiamo trattando con il sesso quantico, così come lo è con gran parte delle tematiche connettiviste: ci stiamo provando in tutti i modi a delineare quello che ci attende, soprattutto a preparare scenari sociali e postumani, disincarnati e pure mistici.

Le connessioni tra l’estremizzazione della sessualità – e quindi della corporeità umana – e le implicazioni di un’inumanità cui spesso aneli: apparente contraddizione oppure un compenetrarsi complementare dei due stati contrapposti?
È una domanda che mi faccio spesso, è come se due nature apparentemente inconciliabili siano compresse in me; la visione che però mi donano, devo dire, è impareggiabile e vasta, ho possibilità di spaziare là dove è difficile e improbabile arrivare in condizioni normali. Credo che l’architrave di tutto il mio ragionamento in apparenza contraddittorio sia da ricercare nella inconsistenza del Tempo e dello Spazio, sono intimamente convinto che sia l’Energia l’unica forma incontrovertibile di quest’universo, e quindi lasciarla fluire attraverso le incarnazioni non fa altro che rafforzarla, la rende evidente nell’apparente esaltazione dell’illusione fisica. Un po’ come provare un gelo orribile sotto il sole estivo, in un campo assolato e desolato, nell’esaltazione dell’occulto, se mi è permesso il paragone empatico…
È un filo molto esile il mio, lo capisco, ma se riesci a visualizzarlo interiormente, esso potrà portarti oltre le barriere, ti renderà libero e al contempo sensibile al richiamo psichico dell’energia, a qualunque forma o estetica appartenga.

Info
http://www.fantascienza.com/23274/sensorium-il-sesso-al-tempo-del-connettivismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Sandro_Battisti

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Roby Guerra


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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Francesco Monini
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