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Il Delta del Po è un posto spettacolare. Grazie a una barca si può apprezzare appieno, andando a visitare i vari Scani e isolette. Da molte estati li raggiungo per vivere un’esperienza di spiaggia e mare diversa dal solito, trattandosi di posti poco frequentati. Da bambina mi immaginavo come potesse essere passare un’intera estate là; un’esperienza quasi tribale, lontana dalle comodità della civiltà. Ho scoperto che quest’idea è stata realizzata tra gli anni Quaranta e Cinquanta, ma non solo: il luogo in cui si permaneva era stato trasformato in micronazione.
Si tratta della Repubblica di Bosgattia, che potremmo definire un’utopia, o il desiderio di costruire un’isola felice dopo la distruzione della Seconda Guerra Mondiale, l’illusione di una minuscola nazione lontana dalle imposizioni della società civile. Venne ideata e fondata dal linguista e letterato milanese Luigi Salvini, che conobbe il Polesine grazie alla moglie originaria di queste zone. Era situata nella golena di Panarella di Papozze, e poi sull’isolotto del Balotin in prossimità di Corbola (provincia di Rovigo) là dove il fiume Po, dopo essersi separato dal Po di Goro, forma un’ampia ansa dando inizio al suo Delta. La posizione era precisamente sul 45º parallelo nord, in un punto equidistante tra il Polo nord e l’Equatore.
Dal 1946 al 1955, un gruppo di amici vi si accampava e rimaneva durante i mesi estivi, vivendo in contatto con la natura e mantenendosi grazie ad essa. Potremmo dire che questo gruppo sia stato un precursore degli Hippie. La Repubblica si definiva “analfabeta”, ovvero non c’era distinzione attraverso titoli (dottore, professore…) tra gli abitanti, che si consideravano tutti uguali. Non erano ammessi libri, giornali, radio e tutto ciò che portasse con sé l’eco del “mondo di fuori”. Si viveva alla giornata, di cose semplici ed essenziali. Il nome completo era “Tamisiana Repubblica di Bosgattia”; in dialetto polesano il tamiso è il setaccio da cucina, mentre il bosgato è il maiale. Salvini spiega che non sono intesi nel loro significato letterale: bosgato si riferisce allo storione, perché come il maiale scava nella terra, così questo pesce è una grassa e grossa preda che se ne sta sui fondali; il tamiso invece è la rete che setaccia le acque per catturare i pesci.
Salvini si adoperò perché il luogo diventasse effettivamente una micronazione: vigevano alcune leggi, i residenti avevano un passaporto, rilasciato dal “Serenissimo Consiglio degli Anziani della Confraternita”, mentre l’accesso agli estranei era permesso solo dopo aver dato prova di abilità nella pesca del pescegatto, ospitati presso il “Caravanserraglio degli Ospiti” e la “Casa dello sbafatore di turno”. Al baratto si affiancava la valuta del çievaloro (da sievalo, il pesce cefalo in dialetto veneto); vennero creati anche cartoline e francobolli, ritraenti scene di vita “bosgattiane”: la fauna con pesci e volatili, le tende da campeggio, il fiume.
Oggi il ricordo di questa esperienza vive grazie a pochi appassionati, come l’Accademia del Tartufo del Delta del Po, che tramanda anche le ricette tipiche prodotte dai cuochi di Bosgattia. Oppure negli archivi di chi ha vissuto in prima persona quell’epoca, raccolti nel museo dedicato di Papozze.

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Vittoria Barolo

Dagli studi classici alla laurea in comunicazione. Una giovane che ricerca la sua strada, tra il fascino per la sua terra, il Polesine, e un occhio di riguardo per l’ambiente. Le piacciono i cani, il cioccolato, le foto e le piante carnivore.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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