Skip to main content

 

Quante di noi si sono sentite criticare, da ragazzine, per uno stile di abbigliamento particolare, per un dettaglio fisico non in linea con lo stereotipo, per una capigliatura scapigliata e ribelle o per un apparecchio a denti di troppo; un po’ il “non è bella ma è un tipo” (magari anche affascinante) di quando si è cresciute. Qualcuna si è sentita un poco strana, diversa e magari isolata, soprattutto quando i ragazzini ammiravano le più carine della classe, molte altre se ne sono letteralmente infischiate e, libere come l’aria e il vento, hanno continuato a testa alta il loro cammino. Con la testa all’insù, verso il cielo.

L’importante è come ci si vede, come ci si immagina proiettate nel futuro. Per rafforzare l’importanza di tale consapevolezza e della ricchezza della diversità, Antoine Dole e Magali Le Huche ci portano oggi a parlarvi del loro bellissimo e delicato albo illustrato, appena uscito, “Bruttina a chi?” edizioni Rizzoli.

Antoine Dole, classe 1981, è uno scrittore e sceneggiatore francese che pubblica anche sotto lo pseudonimo di Mr. Tan, Magali Le Huche, classe 1979, è un’autrice e illustratrice parigina, che organizza anche mostre e laboratori per bambini, vincitrice, fra l’altro, del Premio Sorcières 2006 nella categoria Album per Les Sirènes de Belpêchao, che ha scritto e illustrato. Ancora due francesi, lo ammetto nuovamente, sono quelli che preferisco.

In questo delizioso lavoro a quattro mani, incontriamo subito Claudia, in un cortile di una scuola che ricorda subito quelle parigine. Siamo sicuramente ai primi giorni di lezione, gli alberi hanno le chiome dai colori autunnali, giubbotti leggeri e collant a righe o a pois fanno pensare alla frescura di metà settembre. Qualche compagno saltella, gioca a mondo, qualcun altro calcia un pallone, si scambia figurine, bigliettini o semplicemente chiacchere. Altri, più cattivelli, la additano schernendola, chiamandola “Claudia Skiffer”, perché secondo loro, è davvero bruttina, anzi la più brutta di tutte. La prendono in giro, sciocchini, dipingendola anche come poco sveglia e impacciata. Nessuno la vuole come amica. Ma lei non perde mail il sorriso, sa di essere diversa da come la dipingono e guardandosi allo specchio vede mille altri modi per descriversi.

Si vede come scienziata geniale, degna del Premio Nobel, come una dottoressa scrupolosa, capace di fare miracoli e salvare vite umane o come un’astronauta provetta. Perché non un abile ninja, una coraggiosa esploratrice o un’inguaribile sognatrice, che guarda, libera, la luna e gli alberi, respirando l’aria pulita e tersa di un limpido lago?

Potrebbe benissimo essere una domatrice di belve feroci, un’esperta pasticciera, che crea mille e soffici delizie colorate degne del miglior chef al mondo, un’intrepida controfigura che si cala da un elicottero nella tempesta per salvare un leone dalle onde. Oppure una premurosa sorella maggiore, che legge favole al fratellino che non vuol dormire, una pittrice visionaria, che vive tra colori e morbidi gatti sulla poltrona.

Claudia si vede anche come un’atleta professionista imbattibile, un veloce acchiappa-fantasmi, una supereroina dai poter strabilianti o una presidentessa carismatica della galassia, che dice fortemente sì all’ecologia galattica.

Tutto è possibile, basta volerlo. Perché per Claudia, ma per tutti noi ragazzi e diversamente giovani, l’importante non è vere i capelli lisci o i denti perfetti, l’importante è non ascoltare gli sciocchi, in un mondo dove l’unica vera ricchezza è essere diversi. E la vita, quando sei Claudia Skiffer, non è niente male! Chiaro abbastanza?

 

 

 

Antoine Dole e Magali Le Huche, Bruttina a chi? Rizzoli, 2022, 48 p.

 

 

Parole e figure
Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara.

tag:

Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Comments (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it