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Assegnare etichette e attaccare l’avversario sono i modi migliori per evitare di discutere. In mancanza di capacità argomentative, l’utilizzo di fallacie del ragionamento dirotta l’attenzione su questioni superflue e ininfluenti, e il gioco è fatto.

Se addirittura il servizio pubblico posta sulla propria piattaforma di notizie, Rai News, un articolo dal titolo “Coronavirus, “No Mask” e “No Vax” in piazza a Roma. Polemiche per partecipanti senza mascherine”, lo scorso 5 settembre, non c’è che da preoccuparsi. Basta informarsi su chi ha organizzato la manifestazione, l’associazione di promozione sociale Popolo delle mamme [vedi qui], per far crollare le forzature tendenziose divulgate dalla tv di Stato. Secondo il suo atto costitutivo, l’associazione si propone di salvaguardare la qualità di vita di bambine e bambini, di tutelare il diritto alla vita e di promuovere la tutela della fertilità naturale. Lo statuto, inoltre, prevede la difesa da abusi e violazioni riguardanti il diritto alla vita. Più nello specifico, il Popolo delle mamme si oppone all’applicazione delle leggi Lorenzin e Azzolina, considerate contrarie ai princìpi della Costituzione italiana quanto ad autodeterminazione sanitaria e al riconoscimento del diritto allo studio, in violazione peraltro del concetto di medicina personalizzata e delle più elementari fondamenta dell’educazione. La manifestazione tenutasi a Roma ha accolto chiunque appoggiasse i valori proclamati, senza colori di parte o di partito. “No Mask” e “No Vax”? No, semmai persone contrarie all’estensione generalizzata di misure sanitarie monche di una base scientifica che le giustifichi. E neppure si capisce come mai la notizia di una manifestazione sia interamente focalizzata sulle polemiche e non sui contenuti della stessa. Nel sommario leggiamo infatti di un “rischio sanzioni” e di un commento negativo fornito dal ministro Speranza. E continuando, “in piazza gruppi di estrema destra, ma anche di sinistra”; nessun approfondimento però sui dubbi, sollevati da parte di chi ha organizzato l’evento e riportati nell’articolo, relativamente alla sicurezza dei vaccini e agli effetti sulla salute di quelli pediatrici. Si assiste a una semplice elencazione degli argomenti toccati, come in un flusso di coscienza, eppure nessuno di questi viene spiegato, nonostante all’incontro abbiano partecipato anche figure della ricerca italiana. Al contrario, sono le polemiche esterne a essere sviluppate con più nutrite argomentazioni, le quali diventano occasione per ribadire le “misure di sicurezza” non rispettate da gran parte della piazza.

Dittatura sanitaria” può sembrare un’espressione forte, tuttavia trova il supporto, tra gli altri, di uno scenario ipotizzato dalla Rockefeller Foundation [vedi qui]. Ma al di là di tali interpretazioni, ciò che è certo è che dipingere una situazione per quello che non è non può dirsi giornalismo. E’ negazionista chi non nega l’esistenza del virus, o chi nega un’informazione imparziale alla cittadinanza?

BUFALE & BUGIE, la rubrica di controinformazione di Ivan Fiorillo esce ogni mercoledì su Ferraraitalia. Per leggere le puntate precedenti clicca [Qui]

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Ivan Fiorillo

“Lo Scettico”: un divulgatore non convenzionale alla ricerca della verità.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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