Skip to main content

E’ difficile scrivere qualcosa di originale sul Natale. E’ già stato scritto quasi tutto, anche molto bene.
Provo a ricordare dei bei racconti di Natale e me ne vengono in mente diversi.

Il Canto di Natale di Charles Dickens. E’ la storia del vecchio Scrooge e dei tre spiriti del Natale. Molto conosciuta, è stata trasposta più volte al cinema in diverse varianti. Una storia senza tempo capace di far tornare lo spirito del Natale a chiunque, anche ai più duri di cuore.
Il pianeta degli alberi di Natale di Gianni Rodari.  E’ una storia a metà tra il natalizio e la fantascienza. Si racconta di un bambino portato nello spazio da un vascello che sembra un dondolo: nell’universo incontra gli alieni che vivono nel Pianeta della Cuccagna e dedicano la loro vita allo studio delle arti, delle scienze, della politica.
Polar Express di Chris Van Allsburg. Nella notte di Natale tutta la città dorme, tutto è silenzio. Solo un bambino, per strada, decide di salire su un treno che sembra aspettare nient’altro che lui: il Polar Express che lo porta al Polo Nord. Al suo arrivo, il bambino incontra Babbo Natale che promette di donargli qualunque cosa desideri. Il piccolo chiede solo un campanello per la sua slitta ma purtroppo lo perde nel viaggio di ritorno. La mattina successiva lo ritrova, con sorpresa, sotto l’albero di Natale. Il campanello è un dono magico: solo chi crede in Babbo Natale può sentirne il suono.
Il Sarto di Gloucester di Beatrix Potter.  L’anziano sarto di Gloucester deve finire il vestito da sposo per il sindaco della città che convolerà a nozze proprio il giorno di Natale. Un vestito meraviglioso con la giacca color ciliegia arricchita da ricami di rose e viole. Purtroppo, mentre sta lavorando, il vecchio si ammala e deve smettere di cucire.  Ci penserà un gruppo di topolini ad aiutarlo.
L’albero di Natale di Hans Christian Andersen. E’ il racconto di un piccolo abete che non vede l’ora di diventare grande e maestoso come gli abeti adulti che lo circondano. Anche lui, come gli altri, desidera diventare un albero di Natale per decorare le case della città. A un certo punto ci riuscirà anche se l’esperienza si rivelerà un’autentica delusione.

Sono tutte favole, alcune a lieto fine, altre meno. Ma comunque voli di fantasia che si allontanano dalla ripetitività e dalla maestosità barocca dei nostri Natali per volare alte verso un mondo diverso, dove c’è più spazio per la riflessione, per il ripiegamento su una interiorità che impara e insegna.  Quest’anno il Covid-19 cambia molto le prospettive del prossimo Natale. A casa nostra non arriveranno le cugine Ghepardi con genitori, compagni e figli e non sentiremo troppo la mancanza di Suor Guenda, sarà un’assenza tra le tante.

Non andremo alla messa di mezzanotte e non sentiremo i cori dei bambini che cantano davanti al presepe allestito sul sagrato della chiesa parrocchiale di Pontalba.
Spenderemo meno soldi per i regali, per i pasti, per le sciate, per i viaggi necessari a raggiungere mostre di pittura e teatri. Gli spettacoli al Teatro Santelli sono stati per molti anni uno degli appuntamenti delle nostre vacanze natalizie. Negli ultimi anni, avevamo preso l’abitudine di  andare, il 26 Dicembre, ad assistere ad uno spettacolo pomeridiano per bambini. Portavamo Valeria e Enrico in un bel palco del teatro e assaporavamo la soddisfazione di vederli sorpresi e incantati. La magia del teatro riscalda sempre. Non potremo nemmeno andare il primo dell’anno allo spettacolo delle 20,30 portando Rebecca a vedere un musical. Ne abbiamo visti tanti insieme: Grease, Cats, Dirty dancing, Flashdance. Dei bei ricordi davvero.

Con cosa potremo sostituire questi rituali a cui eravamo abituati ormai da tanti anni?  Non  so.
Avremo più tempo per assaporare un Natale diverso festeggiato all’insegna della sobrietà e della riscoperta degli affetti più intimi. Avremo più tempo per un viaggio dentro noi stessi, che scavando dentro, ci porterà nuove verità, nuovi traguardi da raggiungere e nuove consapevolezze.   Ci interrogheremo forse sul senso della vita, sulla sua caducità, sulla sua fine e sulla sua eventuale resurrezione.  Avremo anche molto per cui pregare. Ognuno di noi è, a maggior ragione quest’anno, un sopravvissuto.
Qualche rito ce lo possiamo comunque ancora concedere. Addobbare l’albero con le palline colorate, i nastri luccicanti e gli angioletti dorati; fare il presepe con le vecchie statuine della nonna  e ricoprirne le stradine con il muschio vero che, a Pontalba, si trova sul tronchi dei grandi tigli che accompagnano il viale che porta al cimitero. Potremo fare la pasta in casa e il cappone ripieno, cucinare i biscotti.  Insomma un Natale in famiglia che sa di riscoperta e di tranquillità. Niente da recriminare per tutto ciò.  Anzi, credo che ci sia da ringraziare la buona sorte che ci ha garantito la salute anche quest’anno. In quella notte magica potremo sorridere alle persone a cui vogliamo bene e augurare loro tanta pace, tanta serenità.

In questi giorni ho pensato a voi che leggete le mie storie su Ferraraitalia, le riflessioni che accompagnano questa mia vita un po’ originale e un po’ buffa, un po’ divertente e un po’ preoccupante, molto realista sempre. Vorrei augurare a ciascuno di voi un buon Natale. Vorrei fare gli auguri a chi è ammalto e a chi soffre, ma ancora di più a chi ha un desiderio che non riesce a concretizzare, a chi vive un amore difficile che non può raccontare. Li vorrei fare a chi non trova la forza di cambiare strada, a chi viene schiacciato dalla mediocrità dell’abitudine e dall’oppressione di legami malsani.  Vorrei augurare a chiunque viva nell’omertà la forza di crescere, di guardare in fondo a se stesso e di provare a diventare diverso, cambiando vita. Vorrei augurare a chi subisce violenze, fisiche o psicologiche che siano, di trovare una mano amica che sappia aprire una porta verso la libertà, chiudendo l’antro di oppressione e permettendo una nuova vita sicura e protetta. Vorrei augurare a chi baratta  la sua identità  in cambio di tranquillità, la forza di rompere un argine, andare controcorrente, arrivare in un nuovo mondo, camminare su una terra nuova.

Me ne sto qui e guardo una pallina dorata, la muovo a destra e a sinistra per fare in modo che mandi dei piccoli bagliori di luce sul pavimento bianco del mio soggiorno. I piccoli fasci di luce mi piacciono molto, permettendo al tempo di restare sospeso per un po’ e di muoversi in maniera diversa, su e giù nello stesso istante. Le palline dorate sono come gocce di luce che illuminano l’abete, come tanti pensieri appesi e sospesi, come tanti baci dati e ricevuti che rivivono nella magia del Natale.  Anche io vorrei esprimere un desiderio  legato ai bagliori dorati delle palline appese all’albero, al calore che questa immagine Natalizia sta riverberando su di me. Vorrei un nuovo inizio e una nuova alba di luce, come solo un mattino a Pontalba sa regalare. Vorrei un risveglio di neve con fiocchi bianchi candidi, una mattina pulita che per noi si adagerà un po’ alla volta nel silenzio del giorno che avanza e che ricorderemo per sempre per i suoi fiocchi ghiacciati e leggeri. Vorrei che la neve candida potesse salutare ciascuno di voi, uno ad uno. Sarebbe proprio un bel modo per festeggiare questo silenzioso Natale e per pensare che anche in questo tempo difficile si può trovare, sotto l’albero, la pace.

tag:

Costanza Del Re

E’ una scrittrice lombarda che racconta della vita della sua famiglia e della gente del suo paese, facendo viaggi avanti e indietro nel tempo. Con la Costanza piccola e lei stessa novantenne, si vive la storia di un’epoca con le sue infinite contraddizioni, i suoi drammi ma anche con le sue gioie e straordinarie scoperte.

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it