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Da Agenzia Stampa

Il caldo estremo e la siccità dei mesi scorsi hanno messo sotto stress la fauna selvatica. “Sulla pre-apertura non siamo intervenuti perché le nostre norme sono già più restrittive di quelle di altre regioni”

Bologna – “Stiamo monitorando attentamente la situazione in vista dell’apertura generale della caccia e non escludiamo di rinviare l’inizio della stagione venatoria 2017-2018 o di adottare precise limitazioni per alcune specie di selvaggina stanziale per le quali gli stessi cacciatori hanno segnalato situazioni di difficoltà per il caldo estremo, gli incendi e la siccità di questa estate”, come lepre, fagiano, pernice, starna ed altre ancora. Lo dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura e caccia, Simona Caselli, in merito all’avvio della stagione venatoria, la cui pre-apertura, lo scorso 2 settembre, in Emilia-Romagna è comunque avvenuta in un contesto di limitazioni alla caccia unico e molto restrittivo rispetto a quello di altre regioni. “Non è vero- prosegue Caselli- che ignoriamo gli appelli delle associazioni ambientaliste o i pareri scientifici dell’Ispra e non sottovalutiamo il problema dello stress causato alla fauna selvatica dalle eccezionali condizioni climatiche dei mesi scorsi, in particolare la siccità, ma abbiamo ritenuto di non intervenire con modifiche sulla pre-apertura in quanto il nostro calendario venatorio già stabilisce norme più restrittive di quelle in vigore in altre regioni e poste proprio a tutela della fauna selvatica”.

Ad esempio, in Emilia-Romagna in pre-apertura si possono cacciare solo certi volatili di specie opportuniste ed esclusivamente nelle giornate di giovedì e domenica fino alle ore 13 e non si può praticare l’attività venatoria nelle zone di protezione speciale (Zps). Inoltre, ci sono precise limitazioni sui carnieri, cioè il numero massimo giornaliero di capi che ciascun cacciatore può abbattere. In più, in preapertura è vietato cacciare gli uccelli acquatici.

“In Emilia-Romagna- conclude Caselli- regole e limitazioni all’attività venatoria già in essere rappresentano dunque una garanzia importante per la tutela della fauna; siamo ora al lavoro per capire come intervenire al meglio in vista dell’apertura della stagione di caccia vera e propria, monitorando anche l’andamento delle precipitazioni. Un rinvio o precise limitazioni all’attività venatoria non sono pertanto da escludere, per tutelare la fauna nelle situazioni in cui sia necessario farlo, però va considerato il fatto che in Emilia-Romagna le norme adottate sono più rigorose rispetto alle altre regioni”. Infatti, nel calendario attuale, dal 17 al 30 settembre si potrà andare a caccia solo per 4 giorni – il 17, 21, 24 e 28 – fino alle ore 13 in forma vagante e fino al tramonto per la sola caccia da appostamento alla migratoria. Per gli uccelli acquatici, poi, il divieto di caccia antecedente al 1^ ottobre è già in vigore in più del 95% delle zone umide regionali.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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