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Da Riaperture Photofestival Ferrara

Riaperture, la nuova stagione di eventi fotografici inizia con ‘Calamita/à’
Videoinstallazione sulla tragedia del Vajont

Al via una nuova stagione di eventi tutti dedicati alla fotografia, organizzati dall’associazione culturale Riaperture. In attesa del festival, che tornerà a Ferrara dal 6 all’8 e dal 13 al 15 aprile, dopo il successo della prima edizione, l’autunno inizia con un appuntamento in occasione di Internazionale a Ferrara: ‘Calamità a Riaperture’ è la videoinstallazione dedicata al progetto sulla tragedia del Vajont, in programma da venerdì 29 settembre a domenica 1 ottobre a Factory Grisù.

Calamita/à project è un’indagine territoriale sulla tragedia della diga del Vajont, avvenuta nel 1963 ma che presenta ancora molte analogie con i tempi odierni, in cui lo sfruttamento energetico del territorio e la sua salvaguardia sono ancora a rischio. Il progetto Calamita/à è uno strumento d’indagine territoriale che attraverso una ricerca programmata, portata avanti da professionisti di ambito diverso, vuole approfondire i mutamenti in corso, rivelare criticità, attirare interesse e conoscenza attorno a un luogo nodale ancora in via di definizione, la diga del Vajont.

Morfologia del territorio, orografia, infrastrutture, architettura, contesto sociale sono solo alcuni degli ambiti di analisi. Arte, sociologia, urbanistica e fotografia concorrono alla definizione dell’identità del territorio con un approccio multidisciplinare aperto. La videoinstallazione presente a Factory Grisù da venerdì 29 settembre a domenica 1 ottobre, curata da Gianpaolo Arena e Marina Caneve, cerca di dare forma allo scorrere del tempo, dall’istante della tragedia alle sue conseguenze, cristallizzate in un eterno presente. Un disastro che attrae, una calamita dalla fuorviante chiave puramente estetica da cui l’indagine cerca di rifuggire. Un evento catastrofico che ha alterato ogni equilibrio, come una calamità che ha spezzato lo sviluppo temporale di un territorio. Saranno questi i temi della presentazione con i curatori della videoinstallazione, sabato 30 settembre, a Factory Grisu, alle ore 16.

‘Calamita/à a Riaperture’ è aperta al pubblico da venerdì 29 settembre a domenica 1 ottobre, dalle ore 10 alle 19, ed è inserita nel calendario del programma partecipato di Internazionale a Ferrara. L’ingresso è gratuito. Durante i giorni dell’esposizione, sarà attiva la nuova campagna tesseramento per l’anno 2018 a Riaperture.

Fondata nel maggio 2016 da un gruppo di fotografi, professionisti e non, Riaperture è l’associazione che vuole portare a Ferrara qualcosa che prima non c’era: un festival di fotografia, innanzitutto, ma anche la spinta a riaprire attività commerciali abbandonate o spazi pubblici chiusi.

Calamita/à – Crediti

Fotografia: Andrea Alessio, Gianpaolo Arena, Sergio Camplone, Marina Caneve, Céline Clanet, Scott Connarroe, François Deladerriere, Marco Lachi, Michela Palermo, Gabriele Rossi, Petra Stavast, Jan Stradtman, Cyrille Weiner & Giaime Meloni, WOM – Max Rommel & Marissa Morelli, Zuijderwijk/Vergouwe

Musica: Valerio Cosi, Enrico Coniglio, Gianluca Favaron & Stefano Gentile, Enrico Malatesta

Video: Mauro Sambo, Tommaso Perfetti, WOM – Max Rommel & Marissa Morelli

Urbanistica: Latitude Platform

Geologia: Emiliano Oddone

Antropologia: Olivia Casagrande

Poesia: Giovanna Frene

Archivi: Carlo Pradella, SACAIM, Giuseppe Francesco Bernardi

Contatti

Fabio Zecchi
tel 34892115311
email stampa@riaperture.com

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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