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Tutti i camini del mondo in una sola notte: è un viaggio lungo e molto impegnativo. E così capita che Babbo Natale, a volte, anticipi le sue incursioni, ma accade solo in occasioni veramente particolari, come domenica pomeriggio nella sala parrocchiale di Pontelagoscuro, dove ha portato i suoi doni sotto un albero speciale: ‘Chenditrì. Ovvero l’albero delle caramelle’.

Siamo a Balalla, ai confini del deserto. Langmann, strano e ambiguo mercante di caramelle, viaggia per collaudare la sua ultima invenzione: la caramellina, una sostanza zuccherina creata in laboratorio della quale, una volta assaggiata, i bambini non possono più fare a meno. Dalla caramellina Langmann è anche riuscito a ricavare anche un seme, che in pochissimo tempo fa nascere gigantesche piante caramellose.
Il perfido mercante raggiunge antiche piantagioni per impossessarsene e piantare i suoi semi prodigiosi. Purtroppo ha vita facile perché da tempo Balalla è in preda alla siccità, che ha spinto i contadini a lasciare le campagne per cercare fortuna altrove. Ma non Idrissa, l’ultima contadina rimasta a prendersi cura delle terre. Quando Langmann incontra Idrissa ha con sé delle carte che parlano chiaro: “Il governo di Balalla mi autorizza a tagliare tutti i tuoi alberi e tutte le tue piantine rinseccolite per i miei Candy tree”.
Solo così Langmann convince Idrissa, preoccupata dei suoi carciofi, delle sue patate, dei suoi finocchi e ravanelli e dei loro semi “tramandati dai miei nonni”, a cedere le sue terre.
Che ne sarà delle antiche piantagioni di Balalla? Langmann riuscirà a trasformare l’intero paese in una fabbrica di caramelle?
È il pubblico a decidere, a decretare l’epilogo. E se per tutto lo spettacolo i bambini hanno naturalmente desiderato quelle tanto pubblicizzate caramelle, sul finale le verdure (incredibilmente) hanno ottenuto la loro rivincita.

Langmann-Natasha Czertok è suadente e coinvolgente, quasi il sindaco di un moderno Paese dei Balocchi, tanto luccicante quanto insidioso e ingannevole, ma Idrissa-Martina Pagliucoli è intelligente e saggia, nel suo cuore e nel suo amore per il duro e paziente lavoro nei campi c’è la sapienza delle generazioni di contadini che hanno convissuto con Madre Terra, rispettandola.
Applicando al teatro per ragazzi il concetto di dramma didattico di Bertolt Brecht, le registe e interpreti di ‘Chenditrì’ – atto unico con la drammaturgia di Greta Marzano – Natasha Czertok e Martina Pagliucoli riescono a parlare ai bambini della biodiversità e delle lotte dei contadini contro l’odierno sfruttamento globale delle risorse agricole. E, particolare niente affatto trascurabile, lo fanno divertendoli.
‘Chenditrì’ è una bella favola di Natale e il vantaggio del teatro è vederla dispiegarsi dal vivo davanti ai nostri occhi.

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Federica Pezzoli


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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