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Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

Prosegue l’impegno della Regione Emilia-Romagna sullo sport. Sono in arrivo altri 8,6 milioni per l’impiantistica, che si aggiungono ai 30 milioni già impegnati nel 2018.

«Complessivamente, il bando attivato nel 2018 permetterà interventi in 136 Comuni da Piacenza a Rimini – spiega il consigliere regionale Paolo Calvano –. I nuovi progetti finanziati saranno 39 e 5 riguarderanno il ferrarese. I fondi sono iscritti al bilancio 2019 e al pluriennale 2019-2021. A Ferrara, tra i progetti già finanziati e quelli che saranno finanziati arriveranno in totale 3.046.550 euro. Con le nuove risorse sarà possibile allargare il numero dei progetti ammessi a contributo. Nei mesi scorsi erano stati confermati quelli che riguardavano la riqualificazione della cittadella dello sport a Ferrara, la ristrutturazione della piscina comunale del centro sportivo “Zardi” a Portomaggiore, il progetto del comune di Comacchio per l’impianto sportivo coperto per beach tennis e le palestre fitness e quello del comune di Cento relativo alla nuova tribuna e all’adeguamento sismico delle strutture del palazzetto dello sport, oltre che l’intervento nell’impianto sportivo di calcio di Sant’Agostino».

Ecco cosa prevedono i fondi stanziati nel triennio 2019-2021, che nel ferrarese sono pari a 710mila euro per 5 progetti: «l’adeguamento degli spogliatoi del campo di calcio Gualdo-Ducentola nel comune di Voghiera (55mila euro), la manutenzione straordinaria dello Stadio Comunale “D.Preziosa” e della pista di atletica di Copparo (280mila euro) – prosegue Calvano –. Il miglioramento dell’impianto sportivo di Vigarano Mainarda (60mila euro), la riqualificazione della piscina comunale di Codigoro (150mila euro) e del centro sportivo comunale di Massa Fiscaglia (165mila euro). Mettere a disposizione una impiantistica sportiva qualificata credo sia il modo migliore per garantire a tutti il diritto di fare sport ma anche quello di prendersi cura della salute delle persone»

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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