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Da Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

Calvano: Una novità importante per società sportive e sistema di cardioprotezione territoriale

Notizie positive per la tutela dai rischi di arresto cardiaco. Dopo l’introduzione dell’App DAE ResponER (l’applicazione che “attiva” i soccorritori), dalla Regione Emilia Romagna arrivano le istruzioni per l’accreditamento di chi eroga i corsi BLSD – Basic Life Support Defibrillation al personale non sanitario.

«Con queste linee guida sul territorio regionale avremo sedi accreditate per formare gli operatori non sanitari sull’uso dei defibrillatori – dice il consigliere Paolo Calvano –. Come Regione ci siamo impegnati nella lotta all’arresto cardiaco improvviso, che in Emilia-Romagna colpisce ogni anno un cittadino ogni mille».

Il documento mette nero su bianco la regolamentazione della formazione per gestire i defibrillatori semiautomatici in ambito extra-ospedaliero e dà quindi risposte concrete a cittadini e associazioni, ad operatori del mondo sportivo, scolastico, delle pubbliche amministrazioni, della pubblica sicurezza, che ogni giorno possono essere chiamati a fornire il primo intervento in caso di arresto cardiaco.

«Già con la Legge sullo Sport di cui sono stato relatore avevamo introdotto questo tema di grande rilevanza – prosegue Calvano –. Si aggiunge quindi un altro tassello per dare risposte certe sia agli operatori che agli utenti, visto l’uso sempre più ampio dei defibrillatori, specie nel mondo sportivo e nelle comunità. Accanto al prezioso lavoro dei sanitari e delle associazioni impegnate nel soccorso, anche il cittadino comune potrà contribuire a salvare una vita in caso di necessità. Le linee guida definiscono le modalità per l’accreditamento dei centri che potranno fare formazione, nel rispetto di precisi criteri di qualità».

Potranno richiedere l’accreditamento Università, ordini delle professioni sanitarie, organizzazioni medico-scientifiche di rilevanza nazionale, Croce rossa italiana, associazioni di volontariato operanti in ambito sanitario, Forze dell’ordine ed enti pubblici, soggetti pubblici e privati attivi in ambito sanitario.

«I centri di formazione accreditati a loro volta rilasceranno un attestato per l’utilizzo del DAE, con valenza su tutto il territorio nazionale – conclude Calvano –. La mortalità cardiovascolare è la prima causa di morte a livello mondiale e ogni anno in Italia circa 60mila cittadini sono vittime di arresti cardiaci. Defibrillare entro 3-5 minuti dall’inizio del malore può consentire la sopravvivenza fino al 50-70% dei casi».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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