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Da: Ufficio Stampa Camera di Commercio Ferrara

Govoni: ”Nessuna comunità può progredire se si spezza la catena della fiducia, della trasmissione dell’esperienza, della speranza di pensare e di realizzare, insieme, un futuro migliore”. La cerimonia di consegna dell’ambito riconoscimento sabato 28 marzo presso la sala Congressi di Ferrara Fiere.

”Nessuna comunità può progredire se si spezza la catena della fiducia, della trasmissione dell’esperienza, della speranza di pensare e di realizzare, insieme, un futuro migliore. Le istituzioni servono anche a questo: a trasmettere nel tempo i valori, le testimonianze, le conquiste delle generazioni che ci hanno lasciato il mondo in eredità”. Con queste parole il presidente della Camera di commercio, Paolo Govoni, ha comunicato agli organi di informazione la decisione della Giunta camerale di riproporre, per il 2020, i “Riconoscimenti alla Fedeltà al lavoro ed al progresso economico”, il tradizionale ed attesissimo appuntamento promosso dall’Ente di Largo Castello dall’ormai lontano 1950 ed interrottosi nelle more delle procedure di accorpamento con la Camera di commercio di Ravenna.

Forte, infatti, la richiesta dei rappresentanti delle istituzioni e di tutte le forze produttive della provincia di ripristinare l’ambito riconoscimento che, da oltre mezzo secolo, segna il passaggio di testimone tra chi ha dimostrato capacità, impegno personale, etica imprenditoriale, solidarietà, altruismo e generosità e chi deve raccoglierne l’esempio. Perché talento e merito valgono assai di più se diventano vettori di uno sviluppo e un benessere più ampi, se emergono da una comunità aperta al suo interno, con istituzioni vigili e capaci di rimuovere i muri dell’esclusione, della diseguaglianza di opportunità e di diritti, dell’illegalità.

Ci sarà tempo fino al 12 febbraio prossimo per la presentazione delle candidature al Premio che, lo ricordiamo, è riservato:
ai lavoratori in attività dipendenti di imprese operanti nei diversi settori dell’economia provinciale da almeno 40 anni se presso più datori di lavoro o da almeno 30 anni se presso un unico datore di lavoro, con riferimento al 31 dicembre 2019;
ai lavoratori collocati a riposo (da non oltre tre anni, con riferimento al 31 dicembre 2019) che abbiano svolto attività alle dipendenze di imprese operanti nei diversi settori dell’economia provinciale per almeno 40 anni se presso più datori di lavoro e per almeno 30 anni se presso un unico datore di lavoro;
alle imprese operanti nei diversi settori dell’economia provinciale, con almeno 35 anni di ininterrotta ed effettiva attività ( con riferimento al 31 dicembre 2019) e l’anzianità delle imprese sarà calcolata comprendendo anche i periodi di trasferimento della sede legale in altra provincia a condizione che sia attiva una sede locale in provincia di Ferrara.
alle imprese cessate (da non oltre tre anni, con riferimento al 31 dicembre 2019), con almeno 35 anni di ininterrotta ed effettiva attività.

“I numeri e le storie che racconteremo il prossimo 28 marzo – ha concluso il presidente della Camera di commercio – sono parte indispensabile della storia ferrarese, una indicazione preziosa per capire le radici e il presente delle nostre comunità, per affrontare i problemi che ne sacrificano le potenzialità e per tracciare nuove ambiziose rotte verso il futuro. L’affinamento delle qualità e i traguardi d’eccellenza sono sempre il risultato di un impegno costante e di una grande passione. Il merito va riconosciuto perché presuppone fatica personale, sacrificio, e ancor più perché il valore prodotto diffonde i benefici in ambiti più vasti, spinge a un miglioramento generale, riverbera il vantaggio su altri attori e sul tenore della vita sociale”.

Oltre ai riconoscimenti previsti dal bando, la Giunta camerale, su segnalazione delle Associazioni imprenditoriali, assegnerà ulteriori 10 premi speciali per quei lavoratori e/o imprenditori che hanno ottenuto particolari risultati nella gestione e nello sviluppo dell’impresa.

Il bando è disponibile sul sito www.fe.camcom.it e presso le sedi della Camera di commercio (Ferrara, Largo Castello 6; Cento, via Ferrarese 28/1, Comacchio, via Agatopisto 3), delle associazioni territoriali di categoria e dei Comuni della provincia. Per ulteriori informazioni: 0532 783903/911/914, urp@fe.camcom.it).

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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