Carabinieri assolti, Nsc chiede ispezione in Procura Ravenna. Due sottufficiali processati per presunte omissioni in indagini
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Il Nuovo sindacato carabinieri annuncia la richiesta al ministero di un’ispezione alla Procura di Ravenna dopo l’assoluzione per due sottufficiali dell’Arma, accusati di omissioni nell’indagine sulla morte di Matteo Ballardini, 19enne di Lugo deceduto la mattina del 12 aprile 2017 per overdose da metadone. Una vicenda da cui è nato un processo a quattro amici: in appello l’omicidio volontario con dolo eventuale è stato derubricato in morte come conseguenza di altro reato per la ragazza che gli passò la dose letale e in omissione di soccorso aggravata per gli altri tre e pende il ricorso in Cassazione. Nsc contesta duramente, però, un filone secondario, quello avviato a carico dei due carabinieri per presunte omissioni in perquisizioni o acquisizioni testimoniali. Nella motivazione dell’assoluzione, pronunciata il 22 luglio, «il collegio – evidenzia il segretario nazionale Massimiliano Zetti – non ha ravvisato gli elementi costitutivi del delitto, sia sotto il profilo oggettivo, sia sotto quello soggettivo».
I due sottufficiali imputati, si ricorda, sono stati “sottoposti dal 2017 al 2021 ad indagini, sino a giungere ad un dibattimento pubblico, per aver assunto comportamenti inerenti il proprio lavoro, leciti, coerenti e cogenti alle circostanze”. Inoltre la Corte ha stabilito che proprio gli accertamenti avviati dai due non solo non avevano intralciato le indagini, bensì “hanno costituito in tutto il prosieguo del procedimento la piattaforma logica e probatoria a cui si sono ispirate le forze di polizia giudiziaria subentrata”. Non solo: “la lettura della sentenza offre uno scenario inquietante del rapporto investigativo che si instaura (o si dovrebbe instaurare) durante un’indagine tra il Pm, che dirige, e le forze di polizia, un rapporto che dovrebbe basarsi sulla fiducia”. Per questi motivi il sindacato chiede di conoscere le statistiche sul numero di iscrizioni nel registro degli indagati, in Procura a Ravenna, di appartenenti alle forze di Polizia “culminati con l’assoluzione piena o per insussistenza del reato negli ultimi dieci anni”.
Riceviamo e pubblichiamo
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di Piermaria Romani
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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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