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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Nelle carceri dell’Emilia-Romagna sovraffollamento in calo (110% al 30 giugno 2014). L’impegno della Regione a favore dei detenuti: protocolli e progetti innovativi, oltre due milioni per l’area penale adulti nel 2013

Ben 109 inserimenti lavorativi – anziché i 90 originariamente previsti – nel corso del 2013, che hanno coinvolto detenuti in esecuzione penale esterna. Per quanto riguarda l’accoglienza, invece, da febbraio dello scorso anno al 30 giugno 2014, sono state 90 le persone (di cui 62 provenienti da istituti penitenziari e 28 già in misura alternativa) inserite in apposite comunità. E’ un primo bilancio del progetto “Acero”, illustrato dall’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi durante la Commissione regionale Area penale adulti. “Acero – Accoglienza e Lavoro”, avviato grazie al finanziamento da parte di Cassa Ammende di un progetto sperimentale presentato dalla Regione insieme al Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna, ha previsto due tipi di “azioni” nell’arco di un biennio: accoglienza in strutture e comunità (Papa Giovanni XXIII nel riminese, L’Ovile a Reggio Emilia e Viale K a Ferrara) e percorsi di inclusione lavorativa, da Piacenza a Rimini, attraverso fondi regionali del Programma Carcere, comunali e del Fondo Sociale Europeo (tramite l’assessorato alla Formazione e Lavoro della Regione). Complessivamente per il 2013 “Acero” è stato finanziato con oltre 800mila euro.

Per l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi la sperimentazione di “Acero”, che si concluderà a dicembre 2014, “è un successo, riconosciuto come tale anche dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. Difatti, all’interno del nuovo Protocollo che la Regione ha siglato a gennaio con il ministero della Giustizia, è stato destinato per questo progetto un nuovo finanziamento fino a un milione di euro, da parte di Cassa Ammende, per i prossimi tre anni”. Insieme al rifinanziamento di “Acero”, il Protocollo ha come obiettivo la garanzia di una qualità della vita migliore all’interno delle carceri, con pene scontate in una dimensione più “umana” e dignitosa, creando le basi per un’azione coordinata all’interno delle strutture di detenzione per l’accoglienza, le condizioni di vita, lo studio, la formazione, il lavoro, e i percorsi verso la dimissione. “Le persone in carcere sono spesso ‘compromesse’ sul piano umano e sociale e quindi hanno grosse difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro – prosegue l’assessore Marzocchi – . Tuttavia, imparare a rispettare gli orari, a gestire piccole risorse per l’affitto o per la spesa, sono attività importanti dal punto di vista della responsabilizzazione: insieme a percorsi di formazione più mirati, possono agevolare il percorso di avviamento al lavoro”.

Al 30 giugno 2014, negli istituti penali dell’Emilia-Romagna risultano presenti 3127 detenuti (di cui 1541 stranieri). Nel corso della Commissione regionale Area penale adulti è stata presentata una sintesi della relazione annuale carcere (verrà illustrata integralmente a breve in Commissione assembleare Sanità e Politiche sociali), in cui si evidenzia un ulteriore calo del sovraffollamento (al 110%; era al 142% a fine dicembre 2013) rispetto alla capienza regolamentare.

In Emilia-Romagna, grazie a un buon livello di collaborazione tra Regione, Prap, enti locali e volontariato, vengono realizzati progetti e interventi per migliorare la situazione delle persone detenute. Le risorse messe a disposizione dalla giunta regionale per il 2013 sono state oltre due milioni di euro. La Regione ha promosso e sostiene progetti innovativi a favore dei detenuti: “Cittadini Sempre”, “Teatro carcere” e “Giustizia riparativa”. Il primo è un progetto pluriennale (3 anni) che si propone di supportare e qualificare la rete del volontariato attivo nell’area dell’esecuzione penale sul territorio regionale, e di sensibilizzare la società civile sulle tematiche proprie di quest’area. Nel 2013 le azioni progettuali hanno prodotto, con il coinvolgimento dei Centri servizi di volontariato, una mappatura delle realtà di volontariato che si occupano di carcere sul territorio regionale, con l’obiettivo di aumentare lo scambio e la conoscenza reciproca nonché la messa in rete delle risorse. “Teatro Carcere”è un progetto annuale, rinnovato per il terzo anno su presentazione di una proposta del Coordinamento Teatro Carcere e realizzato con il contributo congiunto degli assessorati Politiche Sociali e Cultura (Protocollo di intesa Teatro Carcere, 2011). Anche nel 2013 sono state realizzate attività laboratoriali all’interno degli penitenziari regionali e, dove è stato possibile, nei teatri cittadini e nazionali. Complessivamente le esperienze teatrali attivate nel 2013 hanno visto il coinvolgimento di oltre 120 detenuti e un migliaio di spettatori. “Verso un centro di giustizia riparativa” è realizzato dalla cooperativa di solidarietà sociale “L’Ovile” di Reggio Emilia. All’interno del progetto la Regione Emilia-Romagna ha sostenuto l’avvio sperimentale di un Centro di Giustizia Riparativa nel territorio della Provincia di Reggio Emilia, per promuovere attività di mediazione.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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