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Da: Ufficio Stampa Università di Ferrara

Prende il via domani, venerdì 17 gennaio alle ore 21 alla Sala estense (ingresso gratuito), la XXI edizione dei Venerdì dell’Universo, storica rassegna di conferenze dedicate alla divulgazione scientifica, organizzata dal Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare in collaborazione con il Gruppo Astrofili Columbia ed Esploriamo l’Universo.

A inaugurare il primo dei sei appuntamenti sarà Carlotta Giorgi, Prof.ssa di Patologia generale di Unife, coordinatrice di un gruppo di ricerca impegnato nella lotta contro il cancro e volto AIRC nel 2019.
“Da antichi invasori a conquistatori: come i mitocondri comandano le nostre cellule”. Questo il tema della serata, in cui la Prof.ssa Giorgi relazionerà proprio sui mitocondri, organelli cellulari presenti negli organismi eucarioti, considerati la centrale energetica della cellula.

“Le ricerche di questi ultimi anni hanno messo in luce come la funzione mitocondriale tuttavia comprenda molto più che semplicemente fornire energia alla cellula. Abbiamo dimostrato come questi invasori hanno preso il comando delle nostre cellule e ne decidono il destino, avviando o meno le cellule verso la morte. I mitocondri agiscono infatti come dei decoder riuscendo a codificare i segnali esterni che raggiungono costantemente le cellule, in processi di vita (come proliferazione, differenziamento) o in processi di morte. In questo processo di ‘decodificazione’ lo ione Calcio svolge il ruolo fondamentale di messaggero per trasferire i segnali all’interno dei mitocondri. Attraverso il segnale Calcio i mitocondri riescono quindi a codificare i messaggi che raggiungono le nostre cellule convertendoli in processi biologici come appunto la proliferazione o la morte. Tuttavia, i mitocondri non agiscono come unici coordinatori dei processi cellulari. Infatti i mitocondri lavorano a stretto contatto con un altro organello presente nelle cellule: il Reticolo Endoplasmatico, deputato alla sintesi delle proteine. È proprio grazie a questa ‘comunicazione’ tra il Reticolo Endoplasmatico e il mitocondrio che il segnale Calcio riesce ad entrare nei mitocondri e permettere il destino cellulare. Tale aspetto è di grande importanza in ambito oncologico: se le cellule ad esempio si ‘prendono la libertà’ di crescere troppo per una malfunzionamento del segnale Calcio tra Reticolo Endoplasmatico e Mitocondri, si può andare incontro a proliferazione tumorale”.

Carlotta Giorgi
Laurea in Biotecnologie all’Università di Bologna (2002), Dottorato Internazionale in Medicina Molecolare, all’Università Vita-Salute San Raffaele, Milano (2010). Dal 2019 Carlotta Giorgi lavora presso il Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale – Sezione di Patologia, Oncologia e Biologia Sperimentale – dell’Università di Ferrara. Ha al suo attivo più di 100 pubblicazioni su riviste internazionali. Come riconoscimento per i suoi studi riceve vari premi, tra cui nel 2011 il premio “Nicolò Copernico” per le Scienze Biomediche e nel 2017 il prestigioso premio Antonio Feltrinelli, promosso dall’Accademia Nazionale dei Lincei, che le viene conferito dal Presidente della Repubblica in qualità di migliore giovane ricercatrice italiana per la Medicina. La Prof.ssa Giorgi coordina un suo gruppo di ricerca finanziato da vari enti tra cui il Ministero della Salute, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e l’European Research Council (ERC), ha all’attivo diversi brevetti e svolge anche attività di ricerca e sviluppo per diverse compagnie farmaceutiche (Glaxo SmithKline, PerkinElmer, Celbio).
E, a dimostrazione di come attività professionale e famiglia non siano inconciliabili per una donna, è anche mamma di cinque figli.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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