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da: ufficio formazione e informazione CGIL Ferrara

Ci siamo. Anche a Ferrara dal 18 gennaio è partita la grande consultazione per la Carta dei Diritti
Universali del Lavoro, ovvero la proposta della Cgil per un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei
lavoratori.
Una raccolta di norme destinate a tutto il mondo del lavoro, subordinato e autonomo, che la Cgil di
Ferrara proporrà con assemblee nei luoghi di lavoro in via straordinaria a tutti gli iscritti e le iscritte
della Cgil.
L’obiettivo è ambizioso: far diventare la Carta una legge d’iniziativa popolare per ridare dignità a
tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici.
Con il nuovo Statuto la Cgil vuole innovare gli strumenti contrattuali preservando quei diritti
fondamentali che devono essere riconosciuti ed estesi a tutti, senza distinzione, indipendentemente
dalla tipologia lavorativa o contrattuale, perché inderogabili e universali. Diritti che vanno dal
compenso equo e proporzionato alla libertà di espressione, dal diritto alla sicurezza al diritto al
riposo, ma anche alle pari opportunità e alla formazione permanente, un aggiornamento costante
di saperi e competenze. Per ricostruire un diritto del lavoro a tutela della parte più debole nel
rapporto di lavoro.
Il pullman che sta attraversando l’Italia per informare lavoratori, cittadini, studenti, pensionati sui
contenuti della Carta dei Diritti farà tappa a Ferrara MERCOLEDI’ 27 GENNAIO a partire dalle
ore 15 al Polo Ospedaliero di Cona, rappresentazione plastica della trasformazione del mondo
del lavoro. Attorno a quella struttura gira il lavoro regolamentato e tutelato con quello precario e
senza diritti: giovani e meno con altissime competenze utilizzati in luoghi nevralgici per il
funzionamento della sanità ferrarese con diritti di serie “C” quando va bene e tanti lavoratori in
appalto quasi invisibili al diritto.
Il pullman poi proseguirà per soste davanti ad aziende e realtà produttive del territorio: Lavoranti
in Legno, Petrolchimico, Hera, Mediaworld, Ipercoop il Castello, Camera di Commercio,
Poste Centrali, TPER, Coopser e Cartiera Ferrara.
Il pomeriggio itinerante del pullman dei diritti, sarà occasione per lanciare sul nostro territorio la
raccolta di testimonianze video “Ciak si gira: provini per i diritti del futuro” che Cgil Ferrara
raccoglierà fino al 19 marzo con il contributo dei tanti lavoratori e lavoratrici, giovani e meno
giovani precari, per parlare di diritti negati, lavoro mercificato e delle tante difficoltà di chi lavora
oggi.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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