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L’ingresso del Teatro Nuovo non è gremito come mi aspettavo. Entro nella sala preposta per le interviste, il freddo c’è, ma cominciandosi a riempire con altra gente, l’atmosfera inizia ad essere più calda. Guardo l’orologio: sono arrivato effettivamente molto in anticipo. Seduto nell’attesa vedo, dall’interno del teatro, luci stroboscopiche che si proiettano verso il soffitto e la platea, il che mi fa capire che il mago Casanova sta ancora provando le ultimissime cose prima dello spettacolo. Arriva leggermente in ritardo, l’aspetto non lascia trasparire il minimo accenno di stanchezza.

Si lancia subito con una battuta sulla temperatura della sala. L’incontro diventa amichevole, informale. Antonio ha voglia di parlare, e noi di ascoltarlo. “Sono contento di essere qui a Ferrara. Il Teatro Nuovo è un teatro che si presta molto a questo tipo di spettacoli, ha un palco duttile, molto grande, molto bello, ha un impatto molto forte, mi ricorda per certi versi la Royal Albert Hall di Londra. Il palco del Teatro Nuovo ha delle prospettive che ti permettono l’esecuzione di certi effetti, per cui questa sera faremo una versione di Enigma che è stata fatta solo a Milano, Roma e Bergamo”. La presentazione è di quelle scoppiettanti, ha voglia di sorprenderci e invogliarci. Si apre a tal punto da lanciare anche delle novità: “Enigma questa sera sarà diverso. La prima parte sarà completamente rivoluzionata, e la seconda sarà la caccia all’uomo”, un misto “condensato e adrenalinico” che non può che far ben sperare.

Il pubblico, ci fa intendere, sarà coinvolto al massimo, dovendo “studiare gli indizi dell’assassino e cercare di prevedere le sue mosse”. Ne è certo anche il regista Enrico Botta (già direttore artistico dei musical di “Alice nel Paese delle meraviglie” e “Biancaneve”): “Nell’Illusionista c’è il massimo che ci possa essere dal punto di vista magico, in Enigma c’è il massimo dell’attrazione che può avere uno scrittore giallista. Questa doppia concentrazione ci permette di divertire e coinvolgere il pubblico”. Ma a quanto pare le novità non si fermano qui, sempre Casanova su questo ci dice: “La prima parte dell’esibizione è l’embrione del nuovo spettacolo “L’Illusionista show“, in costruzione, e del quale ci svela alcune anticipazioni: porterà in scena infatti “quello che gli illusionisti sono riusciti a fare nella Storia. Scopriremo che ci sono state persone come Jasper Maskelyne, il quale fu chiamato da Winston Churchill per risollevare le sorti e per ideare degli escamotage destinati a sviare le truppe tedesche.

Le domande si susseguono, non mancano riferimenti a Striscia la Notizia, che per lui “non è un traguardo ma un obiettivo: quello di usare la magia per raccontare la cronaca”. E sempre sulla sua collaborazione con Striscia: “Metto il focus su cose gravissime con un paradosso molto dolce , non puntando il dito ma in maniera morbida”. Ci porta anche alcuni esempi: dallo scandalo sugli airbag, ai medium che “curano” il cancro in maniere poco ortodosse. “Facciamo un servizio pubblico di aiuto alle autorità.” Si entra poi, con un viaggio a ritroso, nella sua infanzia, noto un cambio anche nel tono di voce. Ci racconta di essere “nato pianista” ma che poi, grazie ad un allenamento suggeritogli da un suo maestro di musica che prevedeva l’uso delle carte da gioco, inizia a familiarizzare con quella che diventerà la sua vita, definendo la magia un’arte, ereditata dai libri del nonno, “arte perché coinvolge e tocca le corde emotive di tutti”. E da quegli “allenamenti” sono passate centinaia di serate, spettacoli, amicizie, come quelle con David Copperfield, e la vittoria di  due Merlin Award (rispettivamente nel 2009 e nel 2015).

L’ultima novità che ci riserva, riguarda un suo prossimo numero di escapologia: “mi sto allenando con Umberto Pelizzari (recordman di apnea), per un numero che andrà in onda a Marzo su Striscia. Farò la Pagoda della Morte senza telo, perché non c’è trucco, ci si deve liberare davvero e, volendo alzare l’asticella del rischio, non avrò 2 lucchetti come Harry Houdini, ma 7. Dovrò stare in apnea per almeno 10 minuti e mi sto allenando con Pellizzari e il Centro Iperbarico di Ravenna per riuscirci”. Insomma, determinazione, forza di volontà, coraggio, ma anche ingegno, lavoro duro, capacità di progettazione e di stupire. Questi sembrano gli ingredienti che compongono il mago Antonio Casanova, il quale ci lascia con due massime:

“In tutte le discipline ci debbono essere dei capostipiti e dei punti di riferimento” e “L’approccio all’illusionismo è lo studio. Il mio primo acquisto fu un libro, fu quella la vera scintilla che ha fatto partire il tutto”.

(Tutte le foto sono di Valerio Pazzi)

Il mago Casanova durante la conferenza stampa di presentazione del suo spettacolo “Enigma” al Teatro Nuovo di Ferrara
Il mago Casanova durante la conferenza stampa di presentazione del suo spettacolo “Enigma” al Teatro Nuovo di Ferrara
Il mago Casanova durante la conferenza stampa di presentazione del suo spettacolo “Enigma” al Teatro Nuovo di Ferrara
Il mago Casanova durante la conferenza stampa di presentazione del suo spettacolo “Enigma” al Teatro Nuovo di Ferrara
Il mago Casanova durante la conferenza stampa di presentazione del suo spettacolo “Enigma” al Teatro Nuovo di Ferrara
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Jonatas Di Sabato

Giornalista, Anarchico, Essere Umano

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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