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Affidare proprio all’imprenditore che non ha saputo impedire il dissesto di un’impresa un ricco incarico di consulenza a servizio della “procedura concorsuale”, ossia del procedimento atto a rifondere ai creditori le loro spettanze. E’ quanto accaduto a Ferrara nel caso di Sinteco: il liquidatore nominato dal tribunale, Simone Manfredi, commercialista a Roma e docente di Economia aziendale all’Università di Cassino, ha infatti deciso di avvalersi dei servizi di Roberto Mascellani che ne era il patron, attribuendogli un compenso mensile di 10.400 euro. Il caso è stato sollevato in questi giorni dal Carlino e ripreso da Estense.com. A Mascellani, che ha realizzato fra gli altri il complesso del Darsena City ora in stato di semi-abbandono, sostanzialmente è stato chiesto di formulare valutazioni tecniche rispetto alle attività in atto e di agevolare i rapporti con banche e fornitori durante la fase di liquidazione della sua società.

simone-manfrediSenta Manfredi, senza girare tanto intorno alla questione, non le pare quantomeno inopportuna la sua scelta?
Il mio compito è quello di recuperare quanti più soldi possibile per risarcire i creditori. Non devo certo stare a badare se Mascellani a qualcuno sta antipatico…

Non credo sia un problema di antipatia, ma di sensibilità. Non ritiene discutibile, anche nei confronti dei creditori che deve tutelare, avvalersi proprio di chi era al vertice dell’azienda che ha originato le loro sofferenze? E non c’era davvero nessun altro in grado di svolgere quel compito?
Io ho già recuperato cinque milioni di euro e questo è un fatto. Non ho sentito reazioni scandalizzate da parte dei creditori, sono i giornali che hanno dato la notizia che alimentano la polemica. Ma devono stare attenti perché chi scrive cose inesatte o calunniose ne risponderà davanti al giudice.
Io ricordo che Sinteco non è fallita, ma è un’impresa in liquidazione che per ora va avanti. Mascellani ne conosce la storia e tutti risvolti, conosce gli imprenditori con i quali è necessario rapportarsi e quindi il suo è un contributo utilissimo alla causa. La sensibilità che lei tira in ballo io la valuto con i numeri che produco: devo recuperare soldi e questo sto facendo. Ho già raccolto l’80 per cento della somma dovuta ai creditori.

Però non mi sembra consueto che sia affidato un incarico di questa natura a una parte in causa.
Non solo non è vero ciò che dice, ma ha un senso ed è utile farlo, tant’è che la legge lo prevede.

Nel caso specifico però il commissario giudiziale Enrico Baraldi evidentemente fa valutazioni diverse dalle sue, tant’è che ha chiesto al giudice la revoca dell’incarico.
Vede, un conto è il profilo di legittimità altro è il profilo di opportunità…

Appunto: da qua siamo partiti!
Il problema del commissario è che s’è svegliato una mattina e ha detto che, siccome non era stato informato, non sapeva se questa cosa si poteva fare o meno: è questo che ha scritto. Ma il giudice non si è ancora pronunciato e nell’attesa sono io che, già dal 27 gennaio scorso, ho temporaneamente sospeso l’incarico e la liquidazione delle spettanze.
La verità è che c’è solo un soggetto a cui Mascellani non sta bene ed è il Comune di Ferrara, tant’è che il sindaco ci litiga tutti i giorni e all’udienza era l’unico ente rappresentato. I giornali si prestano, ma a me queste beghe non interessano. Gli altri creditori non si sono opposti, sono ben contenti dei cinque milioni che ho già recuperato. E in ogni caso Mascellani già svolgeva incarichi prima che arrivassi io, ed era vigilato dal commissario…

Ah sì? Questa è una novità. Dunque non ha conferito lei l’incarico a Mascellani?
Quando io sono arrivato, chiamato come esperto della materia, erano già state pagate fatture a Mascellani per questo stesso tipo di incarico. Io ho reso continuativa una consulenza che prima era saltuaria, evitando ogni volta di dover conferire un incarico ad hoc.

…per sei anni a 10.400 euro al mese.
No, non per sei anni. Sei anni dura il concordato. L’incarico che io ho conferito a Mascellani può essere sospeso in qualsiasi momento. La sua è una delega di natura tecnica assegnata per evitare continue richieste estemporanee ed è revocabile quando la sua consulenza non servirà. E’ la legge che prevede che anche un imprenditore fallito possa continuare a coadiuvare il liquidatore della sua stessa società.

E la somma attribuita evidentemente le pare congrua…
Certo, sto risparmiando anche sulle consulenze: spendo meno di quanto mi è stato assegnato.

E quanto spende in totale?
Sono tante le voce, ora non ricordo esattamente.

Ricorderà però quanto percepisce lei…
Sì, certo.

A questo punto del colloquio il professor Manfredi rivela la somma, ma chiede di non divulgarla. Obietto che, ovviamente, la domanda non mirava a soddisfare una personale curiosità ma a rendere nota l’informazione. Segnalo che il dato non è riservato e sarebbe sufficiente fare richiesta di accesso agli atti per ottenerlo e pubblicarlo. Ed è proprio ciò che il liquidatore mi invita a fare: “Valuterà il tribunale se lei ha titolo per accedere”. In attesa, lasciamo il lettore con una legittima curiosità…

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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